lunedì 20 novembre 2017
È iniziato lo sgombero delle persone ospitate nel villaggio olimpico del capoluogo piemontese. Al via il progetto di reinserimento voluto dalle istituzioni cittadine
Uno dei migranti che questa mattina ha lasciato il villaggio ex Moi

Uno dei migranti che questa mattina ha lasciato il villaggio ex Moi

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Ha preso il via questa mattina a Torino il trasferimento dei primi migranti dal villaggio olimpico. Un'ottantina di persone, sui 750 che attualmente abitano la struttura utilizzata per le Olimpiadi del 2006, verrà collocata in posti letto messi a disposizione dalla diocesi di Torino. Lo sgombero, iniziato alle 7 del mattino, è avvenuto sin qui senza particolari tensioni, se si eccettua la protesta di alcuni giovani, che si sono detti non intenzionati a spostarsi. Oltre agli agenti della Digos, erano presenti sul posto anche l'assessore alla Sicurezza del Comune di Torino, Roberto Finardi, e il presidente della Circoscrizione, Davide Ricca.

Negli spazi delle palazzine, ci sono ragazzi e uomini che si sono raggruppati in vari alloggi divisi per paesi di provenienza, ma anche famiglie con bambini. Il degrado nella zona è noto da tempo: manca il riscaldamento e c'è solo qualche allacciamento della corrente.

Lo sgombero di oggi rientra nel progetto condiviso e messo in campo da soggetti diversi: oltre al Comune, ci sono infatti Regione Piemonte, Prefettura, diocesi di Torino e Compagnia di San Paolo. Il primo tassello del piano è stato il censimento delle persone che, da quattro anni, hanno occupato le case nate per ospitare gli atleti. Per Sergio Durando, direttore dell'Ufficio Migrantes di Torino, che da tempo segue questo dossier, "l'impegno deve essere ancora più ampio e andare al di là del semplice trasferimento di persone. Per aiutare questi ragazzi a reinserirsi gradualmente a livello sociale, è necessario adesso aiutarli a completare il loro percorso di autonomia".

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