venerdì 3 settembre 2021
Sono 15 mila i posti a livello nazionale, quest’anno necessario il Green pass. Quasi ovunque non si sono verificati intoppi. Musumeci contro il numero chiuso: «Persa un'occasione».
Studenti davanti l'Università La Sapienza durante i test di medicina

Studenti davanti l'Università La Sapienza durante i test di medicina - ANSA / Angelo Carconi

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«Chi è l’autore del testo Mistero Buffo?». Se lo sono visti chiedere gli aspiranti medici in una delle domande del test di ammissione alla facoltà di Medicina, che si è tenuto oggi, in contemporanea, in tutta Italia.

Alle 13, penna in mano e gambe tremanti, 77 mila ragazzi e ragazze da tutta Italia hanno affrontato sessanta domande a risposta multipla, da completare in cento minuti, spaziando dalla cultura generale alla logica, dalla biologia alla chimica, per finire con fisica e matematica. Sono 15.273 i posti in palio quest’anno, in aumento rispetto all’anno scorso.

Il 70% degli esaminandi ci prova per la prima volta, ma la determinazione non manca: otto su dieci giurano di non demordere in caso di fallimento e di riprovarci l’anno prossimo. Molti, nel frattempo, si iscriveranno a un corso di laurea che consenta di sostenere qualche esame che possa essere riconosciuto se dovessero avere miglior fortuna la volta successiva.

Chissà se dietro il boom di iscrizioni (+22% a Milano Bicocca), ci siano le immagini dei tanti sanitari – compresi, è bene ricordarlo, operatori sanitari e infermieri – che in questi mesi di pandemia sono arrivati a dare la vita per obbedire al giuramento di Ippocrate.

Per accedere al test, è stato necessario presentare il Green pass. Al netto di qualche disguido, non si sono segnalati particolari problemi. Solo a Pavia qualcosa è andato storto per 20 ragazzi (16 stranieri e 4 italiani), la cui certificazione verde ha fatto cilecca. A creare problemi è stata l'errata lettura del Qr code. I malcapitati hanno dovuto, pagandolo di tasca propria, effettuare in fretta e furia un test rapido in un laboratorio vicino per poter partecipare all’altro (e non meno decisivo) test, quello di ammissione.

Anche quest’anno, acuite forse dalla pandemia (che ha rimarcato – semmai ve ne fosse bisogno – l’importanza di investimenti nella sanità), si sono verificate le immancabili polemiche contro il numero chiuso a Medicina. A Roma, accanto al serpentone di ragazzi in attesa di svolgere il test, alcuni manifestanti brandivano in silenzio striscioni del seguente tenore: «Caro libri, corsi privati e tasse: meritocrazia o selezione di classe?». A Palermo, le proteste hanno incontrato uno sponsor d’eccezione, il presidente della Sicilia, Nello Musumeci, che ha dichiarato: «La pandemia avrebbe dovuto insegnare qualcosa come, ad esempio, abolire il numero chiuso. Si è persa, invece, un’occasione. Spero che lo si capisca e si ponga rimedio».

Ma quest’anno tutto questo conta poco per gli aspiranti futuri medici. Per loro, la prossima data cerchiata sul calendario è il 17 settembre, quando i risultati dei test saranno pubblicati in forma anonima, con un codice identificativo grazie al quale ognuno potrà risalire al proprio compito. Per visualizzare la graduatoria nazionale, invece, bisognerà attendere il 28 settembre.

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