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L'operazione antiterrorismo del Ros si è conclusa la scorsa
notte quando, con la collaborazione dei carabinieri del comando
provinciale, è stato arrestato il macedone Abdula Kurtishi.
Questi, ricercato in ambito internazionale perché evaso da un
carcere del suo Paese dove scontava una condanna ad otto anni
per rapina, fin dall'inizio dell'indagine era risultato essere
in stretto contatto con Brigande. In Italia - dove è arrivato lo
scorso ottobre, dopo essere transitato in diversi Paesi europei
- si avvaleva di documenti falsi e identità fittizie. È stato
quindi arrestato per evasione e possesso di documenti falsi, ma
le indagini sono ora finalizzate ad accertare un eventuale suo
supporto alla 'causà jihadista.
Su ordine della procura di Roma sono state poi compiute una
serie di perquisizioni nei confronti di altre persone risultate
in contatto con gli indagati coinvolti nell'inchiesta.
"Prendo una macchina con l'esplosivo
dentro per fare un'operazione contro i 'kuffar' (miscredenti
(ndr)". È questo uno dei messaggi vocali rintracciati dai
carabinieri del Ros che il tunisino Firas Barhoumi, foreign
fighter che si trovava in Iraq, manda al macedone Carlito
Brigande, in Italia, in procinto per partire per il teatro di
guerra iracheno dove si sarebbe unito - secondo l'accusa - ai
terroristi del Daesh.
Preso un macedone già in carcere: era pronto ad unirsi ai terroristi in Iraq. Nelle registrazioni di parla di "attentati contro gli infedeli". Fermato anche un complice. (IL VIDEO)
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