lunedì 31 ottobre 2016
Danni gravissimi al patrimonio religioso e culturale, l'anima di un popolo smarrito sotto i colpi del terremoto.
Norcia, ma non solo, ha perso i luoghi dello spirito
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Mentre la protezione civile lavora senza sosta per trovare una sistemazione agli sfollati, il giorno dopo si guarda anche al patrimonio culturale. Una ricchezza spirituale, culturale ma anche economica che ha subito danni gravissimi. Anzi, in molti casi si è lettteralmente sbriciolata.

Servono "fondi e persone" in più per l'arte ferita dal terremoto. Lo dice il segretario generale del Mibact, Antonia Pasqua Recchia, che assicura: "ricostruiremo tutto". La scossa di ieri "ha azzerato quasi tutte le messe in sicurezza". Per cui oggi si ricomincia con la "verifica dei danni, recupero dei beni mobili, messa insicurezza dei beni immobili e protezione delle macerie, che per noi sono beni culturali". I tecnici sono già al lavoro per la messa in sicurezza della facciata della basilica di San Benedetto di Norcia e di quello che resta delle altre chiese.

Norcia

"La situazione è disastrosa. La gente è fuori casa sia per la paura sia per i danni alle abitazioni. Le chiese sono distrutte completamente: la cattedrale di Santa Maria è crollata per tre-quarti, la basilica di San Benedetto è crollata completamente, la chiesa della Madonna Addolorata, che era un santuario molto caro alla gente è completamente distrutta, così come la chiesa di Santa Rita". Lo ha detto l'arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, a Tv2000. Inoltre è completamente crollata la chiesa di San Salvatore a Campi di Norcia, la chiesa diventata simbolo del sisma del 26 ottobre scorso. Nei giorni scorsi i tecnici volevano mettere in sicurezza almeno il campanile ma la devastante scossa di stamattina lo ha praticamente demolito. Stessa sorte anche per l'abbazia di Sant'Eutizio che era stata già gravemente lesionata nel sisma di qualche giorno fa.

"Ci sono macerie a livello umano - ha aggiunto il vescovo - con la gente stressata che è nel terrore e vive perseguitata dalla paura e anche a livello materiale con case e chiese completamente distrutte". "Durante la scossa - ha raccontato il vescovo - ero a casa e in quei momenti sperimenti l'impotenza totale, non sai che cosa fare. Senti la terra tremare sotto i piedi e si sperimenta l'impotenza e la fragilità".

Che futuro, dopo il terremoto, per Norcia? "Certamente - risponde Romano Cordella, storico dell'arte e autore della guida 'Norcia e il suo territorio' - rinascerà dalle sue ceneri come la Fenice e forse troverà altre stagioni prosperose come quella appena stroncata. Ma con questo terremoto Norcia perde un'altra parte del suo passato, irrimpiazzabile, così come è avvenuto in altri momenti della sua storia, per altri terremoti". "Nel 1328 - spiega Cordella - perse la sua facies romanica e preromanica, nel Settecento tutta o gran parte della fase rinascimentale e barocca, nell'Ottocento la più significativa fase settecentesca, i suoi palazzi vissuti, ammobiliati,decorati. Oggi Norcia perde parte della sua impronta ottocentesca che la rendeva così linda e distinta dalle fisionomie medievali tipiche delle altre città umbre".

"Quando sarà tornata la quiete sismica - conclude Cordella - tutte le opere dovranno ritornare al loro posto, nelle chiese o nel Museo della Castellina, se si vuole che la comunità non perda uno alla volta i suoi gioielli a beneficio di altre comunità e se si vuole che i simboli e i fattori della sua identità non le vengano surrettiziamente sottratti".

Pescara

Si registrano danni ed edifici lesionati anche nel Pescarese. Per quanto riguarda le chiese, sono in corso verifiche a Catignano,dove il campanile della chiesa madre è stato transennato, Città Sant'Angelo, Elice, Moscufo, Loreto Aprutino e Spoltore (Pescara), Stamani Messa all'aperto in diversi comuni del Pescarese. Sempre a scopo precauzionale, è stato chiuso il ponte situato sulla provinciale tra la frazione Villa Cupoli di Farindola e quella di Roccafinadamo, a Penne.

Ancona

Anche ad Ancona e provincia si sono registrati danni a diverse chiese del territorio e i loro campanili, mentre verifiche di staticità sono state programmate su vari immobili anche in base alle segnalazioni dei cittadini. Chiuse nel capoluogo, sempre per inagibilità, le chiese della Misericordia, di San Zenone, dei Cappuccini, di San Francesco.

Roma

Sono tre le chiese, due del centro di Roma e una ai Castelli romani, dichiarate inagibili dai vigili del fuoco dopo i sopralluoghi effettuati per verificare i danni del terremoto nella capitale e provincia. Si tratta della chiesa di San Francesco di Paola, nella piazza omonima del rione Monti, della basilica di Sant'Eustachio, a poche decine di metri dal Senato, e della parrocchia di San Barnaba a Marino. Per tutte e tre si tratta di una misura di carattere precauzionale, suggerita dalla caduta di calcinacci e dalla presenza di lesioni visibili su alcuni muri.I vigili del fuoco da ieri hanno eseguito centinaia di interventi, tre su quattro dei quali - in media - consistenti proprio in verifiche di tipo strutturale. Al momento, non emergono preoccupazioni particolari per gli edifici privati sottoposti a controllo. Le verifiche sono tuttora in corso.

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