mercoledì 7 luglio 2010
Dopo una giornata convulsa, con la manifestazione dei terremotati a Roma, gli scontri con le forze dell'ordine e un'aspra polemica politica, in serata il sottosegretario Letta annuncia che il rientro delle tasse non pagate dagli abruzzesi avverrà in 10 anni e non più in 5. Sarà presentato un apposito emendamento alla manovra.
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Il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, d'intesa con il Ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in serata ha annunciato che il recupero dei tributi e dei contributi non versati per effetto della sospensione disposta a causa del terremoto che ha colpito la provincia dell'Aquila nell'aprile 2009, sarà effettuato in 120 rate mensili a decorrere dal gennaio 2011. A tal fine, il governo presenterà in aula al Senato un apposito emendamento al decreto legge sulla manovra, per ripartire il pagamento su 10 anni anziché su 5, come attualmente dispone la norma approvata in Commissione.CINQUEMILA A ROMASi è conclusa così una giornata convulsa, iniziata con l'arrivo a Roma di 5000 terremotati con i pullman e le auto private. La maggior parte esibiva bandiere nere e verdi, nero per il lutto, verde per la speranza. È la bandiera de L'Aquila. Il senso della protesta a Roma lo ha spiegato il sindaco del capoluogo abruzzese colpito dal terremoto il 6 aprile 2009. «Dal primo luglio – ha detto – stiamo ripagando le tasse. Quelle che ci erano state sospese lo scorso anno le dobbiamo pagare in 60 mesi, questo vuol dire che gli abitanti del "cratere" pagheranno allo Stato italiano 250 milioni di tasse. È un omicidio premeditato e per questo siamo venuti a protestare. Inoltre la ricostruzione è bloccata perché i soldi non ci sono». I manifestanti hanno esibito inoltre cartelli contro il Governo e i suoi principali esponenti. «Onna distrutta e tassata», si leggeva su uno striscione, «Chiodi, non pazzia», si leggeva su un altro. Ma fin dall'inizio la tensione era percepibile. Infatti pochi minuti dopo l'arrivo del grosso della manifestazione, un gruppo di manifestanti ha tentato di sfondare il posto di blocco delle forze di polizia tra piazza Venezia e via del Corso. Qui un ragazzo è rimasto ferito da una manganellata. Il lungo "muso a muso" tra manifestanti e polizia è proseguito poi all'incrocio tra via del Corso e via di Pietra, dove le forze dell'ordine hanno allestito un altro blocco. In tarda mattinata, finalmente, anche questo posto di blocco è stato rimosso e i manifestanti sono arrivati davanti a palazzo Chigi.IL SINDACO: BILANCIO AMAROBilancio amaro per il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente. «Di botte – ha detto Cialente in piazza Navona dove si è conclusa la manifestazione – ce ne sono state abbastanza. Risultati concreti pochi. Ho parlato poco fa con il sottosegretario Letta e mi ha detto che Berlusconi è possibilista sulla possibilità che gli aquilani inizino a pagare le tasse dal primo gennaio 2011, restituendo quello che non hanno pagato solo per il 40% e in dieci anni. Ora la parola spetta a Tremonti. Se ci sarà un suo via libera questa ipotesi diventerà realtà». POLEMICHE PER GLI SCONTRI, IL VIMINALE "VERIFICA"«Sto andando al ministero per fare una riunione su quanto accaduto». Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, rispondendo a una domanda sugli scontri che in giornata hanno coinvolto i manifestanti aquilani e le forze dell'ordine a Roma. Per ora, ha spiegato il ministro, «ho solo notizie frammentarie, al ministero mi farò raccontare come sono andati i fatti. Io verifico i fatti non le opinioni riportate da qualcuno». Maroni ha quindi riferito di «essere favorevole alle manifestazioni quando si svolgono pacificamente, senza violenze e voglio capire perché questa non si è svolta in questo modo, voglio capire se ci sono responsabilità e da che parte».
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