giovedì 15 febbraio 2018
Due multinazionali con le coop sociali per dare lavoro ai deboli. Roche e Sodexo acquisteranno i prodotti della Cleprin, bruciata dalla camorra
A sinistra, Raffale Cantone. In piedi, don Maurizio Patriciello

A sinistra, Raffale Cantone. In piedi, don Maurizio Patriciello

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Amore e sogno. Amore per la propria terra e il sogno di cambiarla. Un sogno che si realizza. Da Terra dei fuochi a 'terra amata'. Ed è questo il nome di un inedito progetto di partenariato firmato ieri tra il mondo del volontariato, protagonista della resistenza alla camorra, e due multinazionali, Roche e Sodexo. Testimonial dell’evento Raffaele Cantone, presidente dell’Anac, e don Maurizio Patriciello, voce del 'popolo inquinato'. Entrambi figli di questa terra.

E in tanti erano ieri a 'casa don Diana', villa confiscata al clan dei Casalesi, sotto gli occhi delle gigantografie di decine di vittime innocenti della camorra che tappezzano i muri di questo simbolo del riscatto. Memoria e impegno. «Inizia un’altra sfida – fa gli onori di casa Valerio Taglione, presidente del Comitato don Peppe Diana –. Noi ci divertiamo ad alzare sempre più l’asticella. Possiamo costruire qualcosa di bello». «In questi anni – ricorda Sergio Nazzaro, promotore del progetto – abbiamo fatto resistenza, denunciato. Ora facciamo un passo avanti, è il momento di un’economia sociale reale.

Anche coinvolgendo delle multinazionali in un progetto virtuoso». Che vede assieme Roche, uno dei colossi della farmaceutica, e Sodexo, leader nella ristorazione collettiva, con la Nuova cooperazione organizzata, realtà casertana di cooperative sociali che operano sui be- ni confiscati, e imprese antiracket. Il partenariato, unico nel suo genere, prevede che la Roche, attraverso la Sodexo, utilizzi i prodotti della Cleprin, azienda chimica bruciata dalla camorra nel 2015 e riaperta nel 2017. Così si permetterà l’inserimento di persone svantaggiate all’interno della Cleprin. «Non assistenzialismo, ma lavoro vero e pulito».

Che non finisce qui. La Fondazione Roche promuoverà, infatti, borse lavoro, sempre a favore di persone svantaggiate, sul bene confiscato “Alberto Varone” di Maiano, gestito dalla cooperativa “Al di là dei sogni”. Inoltre si interverrà sul dramma sanitario di questa terra. CittadinanzAttiva promuoverà un’azione di sollecito verso la Sanità della provincia per lo screening tumorale, e la Roche permetterà visite specialistiche preventive con esperti oncologi. E anche la comunicazione del progetto è figlia di questa terra. Sarà, infatti, curata da Fanpage.it, giovane realtà giornalistica napoletana. Un progetto che convince Cantone e Patriciello. «Bisogna cambiare passo – dice l’ex pm anticamorra –. La lotta alle mafie non può essere solo repressione. Il clan dei Casalesi nei suoi capi è stato eliminato, ma non basta. La criminalità organizzata si è fondata soprattutto sul consenso. Va invertito il trend affinché non ci sia più. Ma ancora non è così».

Dunque, aggiunge, «serve una logica nuova e non tocca solo alle istituzioni ma anche ai privati. E allora la parola multinazionali non ci deve spaventare. Magari ce ne fossero altre e invece non vengono». «Ognuno deve fare la sua parte – si associa don Maurizio –. Questi sono esempi da seguire, quando si mettono insieme uomini di buona volontà». E allora, aggiunge, «prosciughiamo la palude in cui cresce la pianta maledetta della camorra. Lottiamo contro la corruzione, diamo una possibilità ai ragazzi che si vogliono salvare. E ricordiamo che sono sempre stati i sognatori ad aprire le strade. Continuiamo a sognare». Anche dai due rappresentanti di Roche e Sodexo , Frattini e Venturini, arrivano parole importanti. «Ci sono tanti modi di fare affari. Farlo in modo etico si può. Se si lavora insieme, funziona. Ecco perché siamo qui». E questo, assicura il prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto, «è un modo perché l’antimafia non sia autoreferenziale. È un salto di qualità che parla di lavoro, coscienza civile, coesione sociale. È riappropriarsi degli spazi». Tonino Picascia, uno dei titolari della Cleprin, ricorda che «oggi è San Valentino e quello che firmiamo è un gesto d’amore per la nostra terra. Ma non è l’arrivo. Ora ci siamo allenati e vogliamo giocare».

Lo rivendica anche Simmaco Perillo, presidente di 'Al di là dei sogni'. '«C’è un popolo in cammino che non si è mai fermato da quel 19 marzo 1994», il giorno dell’uccisione di don Peppe Diana. Così come non si fermò Michele Liguori, vigile di Acerra, martire della Terra dei fuochi. «Mio marito amava tanto la sua terra così martoriata – lo ricorda la moglie Anna –. Non si è mai arreso. Ma è stato lasciato solo e ha dato la vita per la sua terra». Oggi anche lui è qui e sorride.

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