giovedì 23 dicembre 2010
L’allarme del patriarca di Venezia Scola per le scuole in Veneto: ridimensionati i fondi e il buono. Severo il vescovo di Andria-Rovigo, Soravito: un’ingiustizia che danneggia anche lo Stato.
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Alcune scuole paritarie hanno già chiuso, «non vorrei che altre fossero costrette a farlo». Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ammette di aver appreso come una sorpresa «amara e dolorosissima» il ridimensionamento dei contributi della Regione Veneto per le scuole libere, di orientamento cattolico, e in particolare del buono scuola per le famiglie. Buono scuola che è stato ridimensionato mentre parallelamente non sono stati aumentati i contributi per gli istituti. «È una sorpresa amara e dolorosa perché già erano briciole e questo nuovo provvedimento metterà in grandissima difficoltà molte scuole paritarie cattoliche. Che non sono scuole private». E a questo proposito, il cardinale, incontrando i giornalisti per gli auguri di Natale, ha tenuto a ribadire che quella cattolica non è una scuola privata, «prima di tutto perché non esiste un concetto di scuola che possa essere privato». Di più, secondo Scola «il concetto di scuola privata è aberrante e deriva dal fatto che in Italia continua a prevalere l’ideologia della scuola unica di Stato». Sono 93mila i bambini che frequentano le materne di area cattolica. Quello della Regione Veneto, pertanto, rischierebbe di presentarsi come «un condizionamento pesante che io spero non costringa alla chiusura». Scola ricorda che alcune scuole hanno dovuto già chiudere, «anche perché prima le rette venivano tenute basse per il grande dono delle religiose che qui investivano tutta la loro vita gratuitamente, cosa che adesso non è più possibile». «Quindi ­conclude il patriarca - la situazione è molto preoccupante come è preoccupante la riduzione del buono scuola». La sua sorpresa la manifesta anche il vescovo di Adria-Rovigo, monsignor Lucio Soravito. «Sono molto sorpreso che la Regione Veneto abbia deciso di tagliare i fondi a sostegno delle scuole pubbliche non statali (o paritarie). I responsabili del governo della Regione sono consapevoli dei loro doveri? - si chiede il vescovo - . Si rendono conto che stanno commettendo un’ingiustizia e danneggiano la vita economica dello Stato?». Per Soravito, con una scelta del genere «si impedisce allo Stato di risparmiare, anzi aumentano i suoi debiti; si nega ai genitori la libertà di scelta nei confronti dell’educazione dei figli; si va contro una precisa risoluzione del Parlamento Europeo del 1984». Il problema è stato portato all’attenzione del consiglio regionale del Veneto nella seduta di ieri, dove, tra gli altri, lo stesso rappresentante della federazione della Sinistra veneta, Pierangelo Pettenò, ha preso la difesa delle paritarie, affermando che svolgono «un vero servizio pubblico». Nella stessa sede, l’assessore al Welfare, Remo Sernagiotto, ha assicurato che si farà di tutto per non fare ulteriori tagli, «ma non possiamo fare gli aumenti che ci sono stati chiesti». Per l’anno prossimo, quindi, resta il supplemento di 14 milioni e mezzo del 2010.
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