giovedì 24 gennaio 2019
Tra Afragola e Casoria c'è un discarica a cielo aperto lunga centinaia di metri. Ma nessuno interviene. Era prevista e finanziata dalla Regione la videosorveglianza. Ma non è mai stata realizzata
Terra dei fuochi, sulla strada che continua a bruciare
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L’ultima segnalazione la presidente del circolo Legambiente di Afragola, Giusiana Russo, l’aveva fatta il 9 gennaio denunciando la presenza di «rifiuti speciali e di ogni genere» in località Cantariello «a ridosso dei campi coltivati». Il 17 gennaio qualcuno ha dato fuoco a quei rifiuti. Proprio nel giorno di Sant’Antonio abate che in molte parti d’Italia, e anche in Campania, si festeggia accendendo grandi falò di legna che simboleggiano la volontà di rinnovarsi. Fuochi purificatori, ma qui è bruciato ben altro: rifiuti speciali, plastiche, amianto, pneumatici, barattoli di vernici, materassi.

Un grande e velenoso fumo nero. Un disastro annunciato in una località martoriata dai rifiuti. Siamo andati a vedere accompagnati da Giusiana, giovane mamma e volontaria impegnata dal 2005 a difendere la sua terra, soprattutto con tanta formazione nelle scuole. Ci troviamo al confine tra i Comuni di Afragola e Casoria e la strada che percorriamo collega i due paesi, ma serve anche per raggiungere l’enorme centro commerciale e l’avveniristica stazione dell’alta velocità, altra grande incompiuta.

La strada è una lunga discarica. Montagne di rifiuti coprono il guardrail, tracimano fino a occupare parte della carreggiata. Osserviamo, fotografiamo. Si ferma un’auto. «Che volete?». È uno dei rom del campo sorto negli anni 70 sotto il lungo cavalcavia che sovrasta la strada e va verso la A2. Anche loro hanno una parte di responsabilità, soprattutto per le decine di elettrodomestici sventrati per ricavarne rame e altri metalli, e poi abbandonati.

Ma solo una parte. Lungo la strada, nelle piazzole e perfino davanti ad alcune aziende ci sono centinaia di white bags, enormi sacconi bianchi. Contengono rifiuti raccolti, caratterizzati e insaccati da Campania ambiente, società partecipata della Regione Campania. Dovevano essere poi smaltiti dal comune, attraverso la società Casoria ambiente. Ma sono lì da più di un anno. Qualcuno ha anche scritto a pennarello quello che contengono: plastica, amianto. Ottimo combustibile. Arriviamo al punto dove è stato appiccato il fuoco.

Si sente ancora una forte puzza di bruciato. Le alte fiamme hanno annerito il cavalcavia che passa proprio sopra. A fianco campi coltivati, con le culture in atto. E lo scarico non finisce. Sul materiale bruciato ci sono già materassi, sacchi di plastica pieni, barattoli di vernici, anche dei giocattoli rotti. Sono anni che questa zona è una megadiscarica. Tre anni fa la situazione era migliorata. Era previsto e finanziato dalla Regione un sistema di videosorveglianza. Ma non si è mai realizzato. E i rifiuti si sono moltiplicati, malgrado le denunce. Poi il fuoco.

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