lunedì 23 agosto 2010
Secondo le stime dell'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, sono stati 42 i suicidi nel 2010. Mentre il totale dei detenuti morti dall'inizio dell'anno, tra suicidi, malattie e cause da accertare arriva a 116.
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Con il suicidio di ieri sera di Matteo Carbognani a Parma, il bilancio complessivo dei suicidi in cella in questo 2010 sale a 42. «Si allunga, quindi, la lista dei suicidi mentre resta intatta l'inerzia a risolvere, il problema». Un commento amaro quello del segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno, che aggiunge come si tratti di «un bilancio tristemente grave che non può non pesare sulle coscienze di chi non ha saputo dare adeguate risposte alle incivili condizioni di detenzione e di lavoro all'interno delle carceri italiane». Con il suicidio di Carbognani, sale a 599 il numero dei morti nelle carceri italiane in 10 anni. È il bilancio dell'Osservatorio permanente sulle morti in carcere. «Matteo Carbognani, 34 anni - riferisce l'Osservatorio - si è ucciso ieri sera nel carcere di Parma impiccandosi con le lenzuola». L'uomo era in carcere dal 2004, quando fu arrestato assieme alla moglie Bidò Mateo Raquel, originaria di Santo Domingo, e ad altre sei persone, nell'ambito di un'operazione contro il traffico di cocaina a Parma. Carbognani era stato condannato a otto anni per traffico di stupefacenti, quindi gli rimanevano da espiare meno di due anni di reclusione. Ultimamente aveva manifestato segni di disagio psichico: era seguito da uno psichiatra, che lo aveva visitato solo due giorni prima del suicidio.Da inizio anno, riferisce l'Osservatorio permanente sulle morti in carcere, «a livello nazionale salgono così a 42 i detenuti suicidi nelle carceri italiane (36 impiccati, 5 asfissiati col gas e 1 sgozzato), mentre il totale dei detenuti morti nel 2010, tra suicidi, malattie e cause da accertare arriva a 116. Inoltre, conclude l'Osservatorio, sono avvenuti altri due suicidi di persone detenute, seppur non ristrette in carcere: Tomas Goller, semilibero di 43 anni (che si è ucciso impiccandosi ad un albero in un bosco in Provincia di Bolzano per il timore di dover tornare in carcere) e Yassine Aftani, un tunisino di 22 anni che si è impiccato a nella "camera di sicurezza" della Questura di Agrigento dopo aver appreso la notizia che sarebbe stato rimpatriato.PENITENZIARI A META'«Alla ripresa dei lavori parlamentari - aggiunge Eugenio Sarno - i nostri politici, Alfano in testa, hanno il dovere etico e morale di fornire e favorire soluzioni utili per contenere la barbarie che ogni giorno si afferma all'interno delle nostre prigioni attraverso l'inumanità, l'inciviltà e l'illegalità». La Uil penitenziari ricorda come la mancanza di personale impedisca di rendere disponibili centinaia di posti detentivi. «A Rieti -si fa notare- il carcere funziona al 30% della potenzialità, a Trento è già quasi pronto un istituto nuovo, ad Avellino tra qualche settimana sarà disponibile un nuovo padiglione penitenziario da 400 posti, a Rimini è pronta una nuova sezione, ad Ancona l'istituto non è ancora a pieno regime. Potremo continuare per un lungo elenco fino ad arrivare al paradosso del nuovo istituto alle porte di Reggio Calabria pronto ma non fruibile per la mancata costruzione della strada di collegamento».
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