martedì 25 luglio 2017
Minniti a Tunisi: Ue e Africa devono lavorare insieme. Il capo dello Stato chiede fermezza nella gestione dei flussi. Il Viminale: giusto fare per il Mediterraneo lo stesso sforzo fatto con la Turchia
Mattarella richiama l'Europa: «Sui migranti basta battute»
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Il presidente della Repubblica torna a parlare di migranti e lancia un duro monito ancora una volta in direzione dell’Europa. Davanti all’assemblea degli ambasciatori alla Farnesina, Sergio Mattarella ha sottolineato come, per gestire il fenomeno migratorio, debbano arrivare risposte concrete e non certo «battute e facezie» che 'qualcuno' ha messo in campo in questi giorni. Il riferimento ai Paesi di Visegrad – Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania – e alla linea dura dell’Austria non è stato affatto velato. Mattarella è convinto che Bruxelles debba dimostrare la stessa fermezza utilizzata per risolvere il problema delle banche. «Sono certo – ha detto il Capo dello Stato – che lo stesso metodo di fermezza negoziale sarà quello che ci consentirà di superare i numerosi ostacoli che ancora si frappongono a un lungimirante ed efficace governo del tema forse più rilevante oggi di fronte all’Unione Europea, quello di una gestione del fenomeno migratorio di carattere autenticamente comunitario».

Nelle stesse ore, intanto, a Tunisi si riunivano i ministri dell’Interno di Germania, Austria, Francia, Italia, Malta, Slovenia, Svizzera, Algeria, Libia, Mali, Niger, Ciad, Tunisia, il commissario europeo per l’Immigrazione e il ministro dell’Interno dell’Estonia quale presidenza di turno dell’Unione europea. L’obiettivo? Dimostrare che Africa ed Europa sono unite per fermare la rotta del Mediterraneo centrale, combattere la tratta dei migranti e cooperare sui rimpatri. Il Gruppo di contatto dei Paesi africani ed europei direttamente coinvolti dai flussi migratori ha dunque dichiarato guerra alla tratta degli esseri umani e allo sfruttamento dei disperati che fuggono dal proprio Paese.

Ma punta anche ad affrontare le cause profonde che spingono migliaia di persone ad affrontare viaggi e traversate pericolose fino alla morte. Tre le linee di azione principali pianificate a Tunisi: trattamento delle cause profonde delle migrazioni irregolari; rafforzamento dell’azione e della cooperazione contro il traffico e la tratta dei migranti; cooperazione in materia di rimpatri. Nella dichiarazione finale, i ministri degli Interni puntano anche alla sicurezza delle frontiere terrestri. Si sottolinea la necessità di «sostenere le autorità dei Paesi d’origine e transito» per una «prevenzione e gestione dell’immigrazione irregolare» attraverso formazione, dotazioni e sostegno «della gestione delle frontiere terrestri della Libia che hanno un valore strategico per Libia, Europa e Africa». Sui rimpatri, tra gli altri elementi, si immagina di «sostenere i programmi per i rimpatri volontari» e «rafforzare la cooperazione in materia di riammissione ». Minniti ha ribadito che sul tema dell’immigrazione, Europa e Africa devono lavorare insieme.

«Abbiamo a che fare – ha sottolineato il titolare del Viminale – con un fenomeno epocale che ci ha accompagnato in passato e molto probabilmente ci accompagnerà anche nel futuro. Esso può essere affrontato in maniera utile e definitiva soltanto attraverso una grande cooperazione tra Europa e Africa». Minniti ha anche chiesto all’Ue di affrontare il tema della rotta sud e del Mediterraneo centrale facendo «lo stesso sforzo fatto per la Turchia». Intanto oggi al Viminale è atteso l’incontro con le Ong convocate dal ministro per discutere del nuovo codice di condotta sui salvataggi in mare. Regole che però non sono viste di buon occhio dalle associazioni, soprattutto laddove si prevede la presenza a bordo delle navi di agenti di polizia.

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