La mancata proroga del mercato tutelato per le bollette di energia e gas interroga le famiglie e infiamma lo scontro politico. Lunedì il governo ha varato un decreto legge energia che non rinvia, come spesso si era fatto in passato, il passaggio al mercato libero. Intanto il ministero per lo Sviluppo economico (Mase) ha annunciato un tavolo tecnico per studiare una qualche forma di dilazione o di uscita “morbida” in modo da supportare le famiglie.
Il timore è quello di un aumento dei prezzi e in attesa ci sono circa 9 milioni di utenze. Ma in pratica cosa sta per succedere? Ecco una guida pratica per arrivata alla scadenza preparati.
Il calendario del cambio
La legge prevede lo stop ai servizi di tutela, con un progressivo passaggio dal mercato tutelato a quello libero (che nella generalità dei casi rimarrà l'unica modalità di fornitura). Il termine scatta dal gennaio 2024 per il gas e da aprile 2024 per l'elettricità. Non ci sarà comunque interruzione della fornitura per chi non passa al libero mercato: chi alla cessazione della tutela non sarà già migrato verrà assegnato provvisoriamente al servizio a tutele graduali.
Cos'è il servizio di tutela?
Le regole attualmente in vigore e presto in scadenza permettono di accedere a forniture di energia con condizioni di prezzi e di contratto definite dall'Autorità per l'energia (Arera) da parte di clienti finali di piccole dimensioni, come le famiglie e le microimprese. Con il passaggio al mercato libero solo i clienti più vulnerabili potranno continuare ad essere serviti a condizioni definite e aggiornate dall'Autorità.
Cosa possono fare le altre famiglie?
In attesa che il tavolo tecnico al ministero regoli più precisamente la transizione, dal sito di Arera è possbile accedere a due portali informativi. Uno (www.consumienergia.it) permette di conoscere i dati di consumo e le principali informazioni tecniche e contrattuali relativi alle forniture di energia elettrica e di gas naturale di cui si è già titolari. L'altro è il sito delle offerte (www.ilportaleofferte.it) dove si possono visualizzare e mettere a confronto, in base alle caratteristiche della propria utenza, le diverse offerte di contratto di energia elettrica e gas sul mercato libero da parte delle aziende.
Come si muovono le aziende?
Diversi operatori hanno già cominciato a mandare avvisi o a chiamare al telefono i clienti proponendo offerte di contratto da sottoscrivere talvolta entro poche settimane.
Che cosa cambia tra un’offerta e l’altra
Vediamo la bolletta come una spesa unica, ma in realtà il conto bimestrale per la luce e il gas contiene voci di spesa diverse, compresi i 90 euro per il canone di abbonamento alla Rai.
I costi che riguardano specificatamente l’energia sono: la materia energia o gas naturale, le spese per il trasporto e la gestione del contatore, gli oneri di sistema, le imposte.
Di questi costi ce n’è solo uno che può cambiare scegliendo un’offerta diversa: la materia energia o gas naturale. In tempi “normali”, diciamo un paio di anni fa, per un cliente sul mercato a maggior tutela la materia energia era il 46% della bolletta elettrica media, il gas il 36%. Oggi la situazione è cambiata. Nel trimestre in corso per un cliente sul mercato tutelato la “materia energia” rappresenta il 63,5% della spesa di una bolletta elettrica e la “materia gas naturale” fa il 53,3% di una bolletta del gas.
È importante sapere che è principalmente su questa voce di spesa che, sul mercato libero, si differenzia un’offerta rispetto all’altra.
L’altra grande differenza è nei corrispettivi fissi, spesso indicati come prezzo per la commercializzazione al dettaglio. Nel mercato tutelato la “quota fissa” è attualmente di 63,36 euro all’anno per il gas e di 58,40 euro per l'energia elettrica.
Come scegliere la fornitura più conveniente?
Premessa: non esistono forniture di elettricità o gas naturale più convenienti in assoluto, dipende dalle esigenze e abitudini di ognuno. Per questo la prima cosa da fare è analizzare i propri consumi. Lo si può fare prendendo l’ultima bolletta ricevuta: gli operatori sono tenuti a indicare sulla bolletta il “consumo annuo” di elettricità o di gas naturale del cliente (se la fornitura è attiva da meno di un anno o non sono disponibili informazioni puntuali, sulla bolletta è indicata una stima).
Per il gas naturale il prezzo l’indicazione del consumo annuo mostra quanti metri cubi di gas sono stati consumati in un anno (un cliente medio consuma 1.400 metri cubi).
Per l’elettricità il dato sui consumi è diviso in tre fasce:
· F1, che va dalle 8 alle 19 dei giorni dal lunedì al venerdì (55 ore in una settimana normale, senza festività)
· F2, che va dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 dei giorni da lunedì a venerdì e dalle 7 alle 23 del sabato (41 ore)
· F3, che va dalle 23 a mezzanotte e da mezzanotte alle 7 da lunedì al sabato e include tutte le ore della giornata di domenica e dei giorni festivi (72 ore)
Conoscere i propri consumi differenziati per fasce è importante perché il prezzo dell’elettricità all’ingrosso cambia nel corso della giornata in base ai consumi: è più costoso nelle ore di F1 e F2 e meno costoso in F3. A ottobre, per esempio, il prezzo medio all'ingrosso dell’elettricità in Italia è stato di 14,56 centesimi di euro per kilowattora in F1, 14,86 centesimi di euro per kWh in F2 e 11,91 euro per kWh in F3.
I fornitori di elettricità propongono in genere offerte monorarie, con un prezzo fisso per tutte le ore della settimana, e offerte biorarie, con un prezzo diverso per le 55 ore della fascia 1 e per 113 ore delle fasce 2 e 3. A seconda di come sono distribuiti i consumi nel corso della settimana un’offerta può essere più conveniente di un’altra.
Per valutare le offerte per quanto riguarda il costo dell’elettricità conviene quindi moltiplicare i kWh di consumo annuo nelle diverse fasce per il prezzo proposto: con questa operazione piuttosto semplice si otterrà la spesa possibile per un anno. La stessa operazione si può fare per il gas naturale.
Al totale si deve aggiungere la “quota fissa” proposta dall’operatore.
Meglio un prezzo fisso o un prezzo variabile?
Impossibile dirlo in anticipo. Dipende, innanzitutto, dalla propria disponibilità ad essere esposto a variazioni di prezzo e dal valore che si attribuisce alla tranquillità di sapere che il costo dell’elettricità consumata non cambierà.
In linea generale, naturalmente, conviene scegliere un prezzo fisso quando il costo del metro cubo di gas o del kWh di energia elettrica è particolarmente basso rispetto alle medie degli ultimi anni e stare invece sul variabile quando i prezzi sono più alti e potrebbero scendere. Veniamo però da anni in cui la volatilità delle tariffe è stata pazzesca e quindi fare stime sul prossimo futuro è molto difficile.
Che altre differenze ci sono?
Molte offerte propongono anche vantaggi che non riguardano la fornitura di energia: dallo sconto sulla pay tv all’abbinamento con la banda larga, fino a gadget o omaggi vari. Qui sta al cliente valutare quanto queste offerte aggiuntive gli possano servire nel bilancio complessivo delle sue spese. In generale però tutte quello che è “in più” rischia di distrarre dalla spesa per luce e gas, che nel bilancio della famiglia media pesa per un po’ meno di 2mila euro all’anno. Ogni operatore deve mettere a disposizione del cliente una “scheda di confontabilità” che offre, in massima sintesi, i dati essenziali di ogni offerta. È su questa voce che, per quanto si può, conviene basare le scelte.