sabato 12 novembre 2011
Silvio Berlusconi intorno alle 22 è uscito dal Quirinale da un passaggio secondario per evitare la folla. Dure contestazioni sul Colle e davanti a Palazzo Grazioli. Domenica giornata di consultazioni con Napolitano per mettere a punto il nuovo governo. Sabato pomeriggio Berlusconi ha incontrato Monti e alla fine ha detto sì all'ex Commissario Ue ma ha chiesto la presenza nel nuovo esecutivo di Gianni Letta, che però in serata ha detto: faccio un passo indietro.
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Finisce l'era Berlusconi. Intorno alle 22 è uscito da un portone secondario del Quirinale per evitare la folla. Caroselli ai auto e dure contestazioni nella piazza del Colle e davanti a Palazzo Grazioli. La notizia delle dimissioni di Berlusconi ha fatto subito il giro del mondo, rilanciata da tutti i siti web di informazione. "Ciao Silvio", titola la stampa britannica, mentre da Honululu il presidente Obama definisce la svolta come un "segnale positivo". Bersani arringa la folla dicendo che si tratta di una "giornata di liberazione".

Nel pomeriggio il Pdl aveva dato il via libera a un nuovo governo guidato da Mario Monti, purché il suo programma preveda solo le misure previste nella lettera inviata all'Unione europea e sia a breve scadenza, al massimo fino alla prossima primavera, quando si dovrà tornare al voto. E' questa la linea emersa dall'ufficio di presidenza del Pdl, riunito a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. L'organo del partito ha dato la delega al premier e al segretario del Pdl, Angelino Alfano, per trattare sui nomi del nuovo esecutivo, e sollecitarne alcuni. Durante la riunione, Berlusconi aveva detto anche che un suo nome da proporre per un ruolo di primo piano nel governo sarebbe stato quello di Gianni Letta, ma la sinistra ha detto "no". In tarda serata Gianni Letta ha fatto sapere al Quirinale di voler fare un passo indietro per fare posto ai giovani. Negativo il parere della Lega, che dichiara che ora inzia "la lunga marcia" dell'opposizione.

PASSA IL DDL STABILITA'La Camera ha dato il via libera definitivo al ddl di bilancio e alla Nota di variazione. È così conclusa la sessione di bilancio. I voti a favore sono stati 379, quelli contrari 26 e le astensioni due.

BERSANI E LETTA DA MONTI, OK DEL PD AL GOVERNO TECNICOMonti non ha ancora ricevuto l'incarico, ma sabato, dopo l'incontro con Mario Draghi di prima mattina, ha sentito tutti gli attori politici. Il Pd, innanzitutto. Quindi Silvio Berlusconi. Il Terzo Polo e i presidenti di Camera e Senato. Il messaggio è chiaro. Fare in fretta. Con una deadline precisa: l'apertura dei mercati di lunedì.Nell'incontro, stamattina a palazzo Giustiniani, Pier Luigi Bersani e Enrico Letta, già allievo del professore, hanno rassicurato Monti: "Da noi lei deve sentirsi coperto. Il Pd c'è e le lascia ampia libertà nella scelta della squadra", hanno detto Bersani e Letta al professore. I democratici non porranno paletti a un governo anche tutto tecnico. Poi ci saranno i sottosegretari a fare da raccordo con il Parlamento (si parla, per dire, del prodiano D'Andrea). Però, si spiega, l'incontro con Monti si è chiuso in modo interlocutorio. È Berlusconi ad avanzare condizioni ed è con il Cavaliere, innanzitutto, che il professore deve confrontarsi. "La partita non è chiusa. Anche la giornata di domani sarà fondamentale", dicono dal Pd.

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