sabato 5 luglio 2014
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​Fare la spesa senza muoversi da casa. Risparmiando (non solo sulla benzina e sul tempo) e riempendo il proprio carrello virtuale con la miglior qualità e il minor costo possibile. È così che il web è entrato di diritto a far parte delle abitudini degli italiani, valido alleato contro la crisi che non accenna a diminuire, visto che il potere d'acquisto delle famiglie continua ad andare in picchiata. Attraverso la rete le famiglie cercano di difendere il proprio tenore di vita con un click. E se hanno iniziato comprando on-line tecnologia, viaggi e abbigliamento, adesso sono arrivati, letteralmente, alla "frutta".  Secondo uno studio Agriventure-Coldiretti lo scorso anno in Italia la spesa alimentare in rete è stata di 132 milioni di euro, in crescita del 18% in un anno, con aumenti stimati a due cifre anche per il 2014. Un mercato dal grande potenziale, perché oggi solo il 9% degli utenti che fanno acquisti su internet, compra prodotti alimentari, il cui peso sul fatturato complessivo e-commerce è appena dell'1,2% su un totale di 11 miliardi. Si tratta della percentuale più bassa nell'Unione Europea, contro il primato della Gran Bretagna con il 5,5%. Non è un caso che Amazon Fresh, sezione del colosso dell'e-commerce made in Usa, che da circa un anno dà la possibilità di fare la spesa alimentare on line con consegna a domicilio in alcune città americane, sia pronta sbarcare in Europa partendo proprio dal Regno Unito. Nell'attesa che arrivi anche in Italia, top secret la data, stanno avendo un discreto successo i circa 250 mila gruppi di acquisto solidale, i cosiddetti "Gas" formati da condomini, colleghi, parenti o amici che fanno la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose per prodotti freschi in aziende produttrici di prossimità. Un km 0 on line per consumatori puntigliosi che prenotano sulla rete quantità e prodotti di stagione, evitando la catena della distribuzione, con un risparmio sulla spesa dal 20% al 40% a seconda dei prodotti. Sulla rete soprattutto gli italiani si infomano: il 29%, circa 15 milioni, infatti, dichiara di fare ricerche sul web per confrontare prezzi e caratteristiche dei cibi, ma sono 6 milioni coloro che ormai fanno acquisti regolarmente. E anche questa volta l'Inghilterra è un passo avanti con siti che permettono di confrontare i prezzi delle grosse catene. 
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