giovedì 12 agosto 2021
​Fabio Mosca (Università di Milano): «Giusto mettere in sicurezza i minori. Si inizi a proteggere i neonati immunizzando le mamme in gravidanza e quelle che allattano»
Fabio Mosca (Università di Milano)

Fabio Mosca (Università di Milano) - .

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«Se i vaccini sono sicuri per i 18enni è ragionevole che lo siano anche per le età precedenti, perché il meccanismo biologico è lo stesso. I dati delle sperimentazioni per la fascia under 12 non sono ancora disponibili. Ma appena lo saranno bisognerà iniziare a vaccinare anche loro. I genitori si fidino della scienza, che ha dato prova di saperci fare». Per Fabio Mosca, titolare della cattedra di Pediatria all’Università Statale di Milano e direttore della Neonatologia del Policlinico universitario del capoluogo, la strada per mettere al sicuro i minori – perché di questo si tratta, visto che si ammalano anche loro – non deve ammettere tentennamenti. Insomma, non ci sono scorciatoie. Anzi, forse una ce n’è. In attesa dell’ok definitivo da parte degli enti regolatori, «possiamo già arginare i rischi».

Come?
Iniziamo col proteggere i neonati vaccinando le mamme in gravidanza e quelle che allattano, cose che si possono già fare. Poi i bambini.
Da che età?
Aspettiamo i dati. Ricordo che il vaccino antinfluenzale si può fare dai 6 mesi in poi.
La mortalità per Covid-19 nei minori è sempre stata molto bassa. Ma non così irrilevante...
I numeri accertati dalla Società italiana di pediatria ( di cui riferiamo a parte, ndr) non sono da sottovalutare. Tuttavia, al di là della pericolosità della malattia – nella gran parte dei casi sono decessi avvenuti in presenza di altre patologie – resta il tema del bambino che diventa diffusore dell’infezione. E questo va fermato.
Ma tanti genitori sono preoccupati perché considerano una scelta 'al buio' l’uso del vaccino nei minori.
I genitori considerino che spesso danno ai figli farmaci più pericolosi dei vaccini, per non andare lontano penso a dei comuni antibiotici, senza farsi tante preoccupazioni. I vaccini sono sicuri.
Tra le reazioni alla proposta del governo, c’è addirittura chi paragona i minori a «topolini da laboratorio» che subirebbero «il delirio di onnipotenza di un’umanità che si vuole sostituire a Dio». Come la lasciano queste parole?
I genitori hanno già un compito di primaria importanza: quello di fare i genitori. Lo faranno ancora meglio se lasceranno al mondo scientifico il compito di stabilire il rapporto costibenefici delle varie terapie.
Sempre più spesso si diventa titubanti dopo essersi 'formati' sui social...
Credo che sui temi sanitari i siti da consultare siano quelli del ministero della Salute, del-l’Istituto superiore di sanità, o quelli delle società scientifiche. Sui social io chiederei il parere prima di acquistare un’auto, per conoscere le prestazioni di un nuovo cellulare, non certo consigli su farmaci e vaccini.
Comunque, l’argomento più utilizzato dagli scettici o dai no vax è che questi vaccini siano ancora in sperimentazione, insomma che siano stati approvati troppo presto. Che ne pensa?
Non è vero, perché non c’è mai stato un vaccino sommini-strato su una popolazione più numerosa di quella attuale. Poteva essere un’osservazione sensata se fatta a gennaio, quando i pazienti interessati erano 43.500 per Pfizer e circa 30.000 per Moderna. Anche la comunità scientifica ha avuto un approccio prudente e approfondito nella valutazione dei risultati clinici e del meccanismo d’azione indotto dai vaccini. Analisi alla mano, quando abbiamo capito come sono fatti e come agiscono, ci siamo convinti che, oltre ai dati ogni giorno disponibili, essi possiedono una ragionevolezza biologica e un’efficacia non in discussione.
Gli anestesisti dicono che il 90% di pazienti in terapia intensiva non è vaccinato. È il momento di ripensare all’obbligo dei vaccini?
È una questione ed una scelta non solo di natura tecnica. Qui bisognerebbe mettere sulla bilancia non solo i meri aspetti sanitari ma anche quelli economici, quelli sulla libertà delle persone, anche di coloro che giustamente chiedono di salire su un aereo o su un treno o di entrare in ospedale sapendo che tutti sono vaccinati. Una riflessione andrebbe fatta. Peraltro l’obbligo vaccinale in età pediatrica è già vigente per 6 vaccini, a cui nel 2017 se ne sono aggiunti altri 4 (morbillo, rosolia, partite, varicella) proprio perché i tassi di vaccinazione 'spontanea' non garantivano un’adeguata copertura. Più di 4.000.000 di casi e più di 128.000 morti solo in Italia potrebbero rendere molto ragionevole, almeno in questa fase pandemica, questa scelta.
Il Green pass, da un certo punto di vista, non va in questa direzione?
Se prendo un aereo e so che tutti gli altri viaggiatori sono vaccinati, salgo più sereno. Stessa cosa nei ristoranti. È una tutela per tutti.
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