mercoledì 8 giugno 2016
Nei primi 5 mesi dell’anno sono stati 180 gli atti intimidatori che hanno colpito, personalmente o nei familiari, amministratori locali e regionali, funzionari, vigili e strutture.
Sindaci sempre più sotto tiro
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Nei primi 5 mesi dell’anno sono stati 180 gli atti intimidatori che hanno colpito, personalmente o nei familiari, amministratori locali e regionali, dirigenti, funzionari, vigili e strutture, con un aumento del 15-20% rispetto allo scorso anno. Incendi, spari, ordigni esplosivi, lettere minatorie e anche vere e proprie aggressioni fisiche.

Con un crescendo preoccupante durante la campagna elettorale contro non pochi candidati, alcuni dei quali costretti a rinunciare per tutelare le proprie famiglie. Le regioni più colpite sono la Calabria, con il 27% degli episodi, la Sicilia, con il 20%, la Campania (18%), la Puglia, la Sardegna, ma il fenomeno è presente in ben 15 regioni italiane, anche al nord: dalla Lombardia al Piemonte, dalla Liguria all’Emilia, dal Veneto al Lazio, passando poi per Abruzzo, Marche e Molise. I dati sono stati forniti da "Avviso Pubblico" l’associazione tra enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie, nel corso della presentazione, oggi a Roma, della Prima Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro che si svolgerà il prossimo 24 giugno a Polistena (Rc).

In quell’occasione, nel comune di Gioiosa Jonica, verrà presentato il Rapporto "Amministratori sotto tiro. Anno 2015". Due comuni non scelti a caso, perché entrambi compaiono nel rapporto. “Siamo la prima linea - commenta il sindaco di Polistena, Michele Tripodi che recentemente ha ricevuto una lettera di minacce con alcuni proiettili -. Ci sono amministratori che operano davvero nel segno della legalità, ma dobbiamo essere sostenuti di più dalle istituzioni. La marcia vuole essere un’esortazione anche agli altri amministratori locali”.

All’iniziativa parteciperanno il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia Rosy Bindi, la senatrice Doris Lo Moro, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali che ha elaborato la proposta di legge, approvata ieri dal Senato che incrementa le pene per queste intimidazioni e prevede altre norme a favore degli amministratori sotto tiro. Alla marcia del 24 giugno hanno già annunciato la propria adesione, tra gli altri, Libera, Cgil, Cisl, Uil, Sos Imprese, Arci, Ossigeno per l’informazione, Addiopizzo, Fnsi, l’Associazione italiana calciatori, Cittadinanzattiva.

Dai dati resi noti emerge che i sindaci sono, tra gli amministratori, quelli maggiormente colpiti, il 44%; il 20% delle intimidazioni riguarda consiglieri comunali, in particolari chi è capogruppo o ha deleghe specifiche, il 15% assessori, il 7% consiglieri regionali, il 5% vicesindaci. Negli ultimi tempi, si è assistito poi ad un aumento delle aggressioni, ma nella gran parte dei casi, il 35%, le minacce avvengono con incendi a case, sale consiliari, scuole; il 22% con lettere, anche contenenti proiettili; l’8% con ordigni esplosivi. “La marcia è un messaggio per dire che c’è una buona politica che va difesa - commenta il coordinatore di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani ¬-. Dietro questi numeri ci sono persone con le loro famiglie. Con loro si colpisce la democrazia”. “Il 24 giugno l’Italia si deve unire come per sanare una ferita - aggiunge il vicepresidente Paolo Masini -. La cosa peggiore per un amministratore dalla schiena dritta è restare solo”.

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