venerdì 24 gennaio 2014
​Il presidente della Regione: «L'impugnativa della finanziaria uccide l'autonomia siciliana»
Bocciate le norme decise in Sicilia
 INTERVISTA al giurista Alberto Gambino
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Con l'impugnativa che ha demolito la manovra finanziaria della Regione siciliana "si è rotto il patto di coesione sociale che vige dal 46 tra lo Stato e l'autonomia siciliana". Lo afferma riferendo in Aula all'Ars il governatore Rosario Crocetta che prova un contrattacco dopo le pesanti censure del commissario dello Stato: "Con questa finanziaria -sostiene- abbiamo fatto un' ulteriore operazione di trasparenza avviata negli ultimi due anni, ma non è stata premiata. Si abbatte con questa impugnativa un criterio di rigore, inventandosi l'incostituzionalità di alcune spese da parte del commissario dello Stato, lo stesso Commissario che aveva negli anni passati giudicate costituzionali norme che avevano prodotto in modo criminale un disavanzo di oltre un miliardo". Crocetta parla di "sciacallaggio", e accusa: "Si vuole smantellare la spesa sociale".Con l'impugnativa della finanziaria e il blocco della spesa "si sta uccidendo la Sicilia e la sua autonomia". Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, replicando al commissario dello Stato, Carmelo Aronica, che ha impugnato il 70% della manovra finanziaria, bloccando tutte le norme di spesa, pari a 500 milioni di euro, confluiti automaticamente nel fondo a garanzia dei residui attivi, crediti difficilmente esigibili. Da questa impugnativa emerge la rottura storica del patto sociale Stato-Regione siciliana nel '46. Se fosse accaduto in Lombardia, Bossi avrebbe organizzato un referendum per la secessione e sarebbe stato applaudito dalla classe dirigente". Lo dice il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, parlando con i cronisti a Palazzo dei Normanni,
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