venerdì 10 febbraio 2023
Tra ragazze e ragazzi cala l'interesse. Tra le proposte: allargare la fascia di età, aprire ad anziani e percettori del reddito di cittadinanza, vantaggi economici e nei concorsi
Le Misericordie: il servizio civile è in crisi, ecco come rilanciarlo

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Bene la proroga del termine per la presentazione delle domande. Ma non basta. La crisi che sta affrontando il Servizio civile - un calo importante nelle candidature che lascerà scoperti molti posti, costringendo gli enti a cancellare progetti - va affrontata a livello legislativo: ampliando la fascia d’età per accedervi, aprendolo ad anziani e percettori di Reddito di cittadinanza, riservando quote nei concorsi pubblici quote a chi lo ha svolto. All’indomani dello slittamento dal 10 al 20 febbraio della scadenza per le candidature, la Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia, il più grande ente di Servizio civile tra quelli del Tavolo ecclesiale, lancia un appello a governo e Parlamento.

Domenico Giani va dritto al nodo della questione. Il presidente della Confederazione delle Misericordie, che quest’anno ha organizzato progetti di servizio civile per 3.309 volontari, si dice «soddisfatto della proroga decisa dal ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Bodi. Ma certo non sarà questo a risolvere il problema. Legislatori e governo devono affrontarlo con tavoli istituzionali, per confrontarsi con le diverse organizzazioni che da sempre permettono lo svolgimento del servizio civile».

La situazione è seria. Proprio nell’anno in cui i fondi per il Servizio civile, rinforzati dal Pnnr, hanno permesso di sostenere progetti per 71.550 posti, si conferma con chiarezza la tendenza in corso da un paio d’anni, che forse poteva essere giustificata con la pandemia da Covid-19.

«Per i 3.309 posti nei progetti di servizio civile delle Misericordie, finora abbiamo ricevuto solo 1.800 domande», spiega Ilaria Signori, membro nel consiglio di presidenza della Confederazione delle Misericordie. Signori - che ha la delega al servizio civile, alla formazione e ai giovani - non nasconde la sua preoccupazione.

Come far tornare appetibile per i giovani il Servizio civile? «Bisogna investire più energie: il Servizio civile - puntualizza il presidente Giani - non è patrimonio dei giovani, ma un bene circolare. I nostri progetti si occupano di aiuto alle persone fragili, ai beni culturali, all’ambiente». Diverse le proposte delle Misericordie: «La fascia d’età, oggi limitata tra i 18 e i 29 anni non compiuti, può essere ampliata». Anche, è un’altra ipotesi, «aprendo il servizio civile agli anziani, o ai percettori di Reddito di cittadinanza».

Proprio il Rdc rischia di essere competitivo col compenso del Servizio civile, fa notare Ilaria Signori: «Forse oggi è troppo basso. Io vent’anni fa, quando feci il Servizio civile, prendevo 433 euro mensili, oggi sono 444. È una cifra congrua per un’impegno di 25 ore settimanali? Chi vive in una grande città deve mettere in conto anche l’abbonamento ai mezzi pubblici».

Un altro incentivo potrebbe essere una quota di posti nei concorsi pubblici riservati a chi ha svolto il Servizio civile: «Come già si fa per gli appartenenti alle forze dell’ordine», ipotizza Signori.

Quello che il presidente Giani chiede alla politica è di adottare una visione lungimirante: «Io credo sia opportuno e necessario - dice il presidente delle Misericordie - creare presso la Presidenza del Consiglio un Dipartimento per il Terzo settore. Sì, perché il volontariato oggi in Italia ha un valore stimato in 80 miliardi di euro l’anno e coinvolge quasi 5 milioni di volontari. Senza contare l’incalcolabile valore morale. È un mondo che non può essere lasciato solo. Siamo costretti a chiudere il servizio del 118 in diverse parti d’Italia, non riusciamo ad assistere tutte le famiglie in povertà che intercettiamo nei territori. Mettiamoci insieme a ragionare. È urgente».

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