mercoledì 28 marzo 2012
Fra gli asset figurano partecipazioni azionarie in Unicredit, Eni, Finmeccanica, Fiat, e Juventus, nonché un immobile a Roma e 150 ettari di bosco nell'isola di Pantelleria. Il provvedimento è stato eseguito in seguito a una rogatoria del Tribuinale penale dell'Aja.​
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 Beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti riconducibili alla famiglia dell'ex leader libico Gheddafi e ai membri del suo entourage per un valore complessivo di oltre un miliardo e cento milioni di euro. È quanto sequestrato oggi dalla Guardia di Finanza di Roma. Fra gli assets patrimoniali sequestrati, si legge in una nota delle fiamme gialle, figurano partecipazioni azionarie in Unicredit S.p.a.,  Eni S.p.a., Finmeccanica S.p.a., Fiat S.p.a., Fiat Industrial S.p.a., Juventus F.C. S.p.a., nonché un immobile sito in Roma, 150 ettari di bosco localizzati nell'isola di Pantelleria (TP) e due motoveicoli, fra cui una Harley Davidson.

I provvedimenti sono stati eseguiti dai militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sulla scorta dei decretiemessi dalla Corte d'Appello capitolina nel contesto di una rogatoria internazionale emanata dal Tribunale Penale Internazionale de L'Aja nell'ambito del procedimento per crimini contro l'umanità nei confronti di Gheddafi, del figlio Saif Al Islam e del capo dei servizi segreti Abdullah Al Senussi. Le investigazioni patrimoniali delle fiamme gialle di via dell'Olmata hanno consentito di individuare due società di finanziamento attraverso le quali gli esponenti del passato regime libico avevano nel tempo effettuato investimenti nel nostro Paese.

La rogatoria della Corte Penale Internazionale de L'Aja, emanata nell'ambito del procedimento per crimini contro l'umanità avviato nei confronti del defunto leader libico e di esponenti del passato regime, ha il fine di cautelare il patrimonio degli imputati, che dovrà garantire forme di risarcimento per le vittime del regime di Gheddafi. L'iniziativa del Tribunale de L'Aja si inserisce in un più ampio contesto delineato da due decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e da due Regolamenti del Consiglio dell'Unione Europea in forza dei quali i predetti organismi, in relazione al precipitare della situazione in Libia, avevano  richiesto alla Comunità Internazionale il congelamento di tutti i fondi e delle risorse economiche appartenenti, possedute, detenute o controllate da Gheddafi o da soggetti a lui riconducibili.

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