venerdì 8 agosto 2014
​Il testo approvato supera il bicameralismo paritario, introduce il Senato non elettivo e riforma il titolo V, con tanto di abolizione delle province.
Una via, oltre il manicheismo di Marco Olivetti
LA SCHEDA Cosa cambia
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Primo via libera del Senato alla riforma costituzionale che supera il bicameralismo paritario, introduce il Senato non elettivo e riforma il titolo V, con tanto di abolizione delle province. Hanno votato a favore del provvedimento, che il premier Matteo Renzi ha preso a simbolo dello sforzo riformatore della politica italiana, la maggioranza di governo e Forza Italia. I voti a favore sono stati 183, 4 gli astenuti. Le opposizioni, Sel, Lega, M5S e Gal, non hanno partecipato al voto. Il sì di Palazzo Madama è arrivato dopo due settimane di ostruzionismo da parte delle opposizioni che hanno presentato migliaia di emendamenti. Per facilitare la conclusione del voto, Renzi ha fatto alcune concessioni sul secondo fronte delle riforme istituzionali, la legge elettorale, promettendo alcune modifiche al testo approvato in prima lettura a Montecitorio nel marzo scorso e che dall'autunno sarà in aula al Senato. "È un primo passaggio", ha detto a caldo il ministro delle riforme, Maria Elena Boschi. Il ministro ha ringraziato, tra l'altro, anche la struttura del Senatoo, "a partire dal presidente Pietro Grasso che - ha sottolineato - ha svolto il suo ruolo in modo equilibrato" e ha ricoperto al meglio la sua funzione "di garanzia". Mentre la votazione era aperta, i senatori della Lega hanno abbandonato l'Aula tenendo in alto con la mano la scheda per la votazione. Dopo il voto, invece, tutto un profluvio di abbracci tra gli esponenti della maggioranza.
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