venerdì 4 luglio 2014
«Bundesbank rimanga fuori dalla politica italiana. Con Merkel rapporto ottimo».
Rientro lento dal debito. Lunedì Eurogruppo-chiave
L'economista Wolff: «Weidmann esagera, non è la Bce»
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Con il governo tedesco, con la Cancelliera Merkel non si sono problemi. Ma «l’Europa è dei cittadini, non delle banche». Matteo Renzi sta tenendo la conferenza stampa dopo l’incontro a Roma con la Commissione Ue e il suo presidente, José Barroso. E non poteva trovare una tribuna più autorevole e in vista per replicare a brutto muso al presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, che giovedì ha criticato la posizione del governo italiano sulla flessibilità. Il premier italiano dei suoi rapporti con il vertice di Berlino è ben sicuro: «Non c’è nessuna polemica – spiega, quasi scandendo – tra noi e il governo tedesco in ordine alla gestione della stabilità e della flessibilità. Il rapporto che oggi c’è con la cancelliera Angela Merkel è ottimo e ho molto apprezzato la presa di posizione del governo tedesco di queste ore (vedi sotto in pagina, <+CORSIVOA>ndr<+TONDOA>)». Quanto alla Banca centrale tedesca, Renzi non molla la presa: «Il compito della Bundesbank è assicurare il proprio obiettivo statutario, non partecipare al dibattito politico italiano. Io rispetto il lavoro della Bundesbank. Quando la Bundesbank ha desiderio di parlare con noi è la benvenuta, partendo dall’assunto che l’Europa è dei cittadini, non dei banchieri, né italiani né tedeschi». Ma, con l’occhio rivolto soprattutto al fronte politico interno, il premier aggiunge: «ll nostro problema non è la Germania, ma l’Italia. Dobbiamo fare le riforme a casa nostra e lo sappiamo. Senza stabilità non c’è crescita e senza crescita non c’è stabilità». Ma aggiunge che «la flessibilità non è un valore per l’Italia, ma serve a tutta l’Unione».Barroso sembra tutto sommato a suo agio accanto all’ospite italiano, dal quale ha già incassato il sì per la nomina dell’europopolare Juncker alla guida della Commissione Ue. E rilancia sulla crescita: «Abbiamo bisogno di un’Italia forte e sosteniamo i suoi obiettivi chiari, le sue riforme e l’entusiasmo», dice l’ex premier portoghese ricordando che «non è l’Ue a imporre le riforme, ma è il Paese che ne ha "bisogno». Certo, Barroso ribadisce che la flessibilità va ricercata all’interno delle regole di bilancio fissate da Bruxelles,  Ma aggiunge che «gli investimenti per la crescita sono importanti quanto la stabilità». Ricordando però che «le regole vanno comunque rispettate, in particolare il deficit strutturale, oltre a quello nominale».Sui rapporti con la Germania sono intervenuti anche il ministro degli Esteri e quello dell’Economia. Per Federica Mogherini, infatti, «c’è un filo diretto tra Italia e Germania, tra me ed il ministro degli Esteri Steinmeier e tra Matteo e Angela Merkel. Bisogna uscire dall’idea di un’Italia e dei Paesi del sud Europa contro quelli del Nord perchè abbiamo obiettivi comuni». E ha aggiunto:  «Si tratta di capire come condividere questa volontà e trovare strumenti concreti per uscire dalla crisi e rilanciare l’economia europea». Padoan le ha fatto eco: «Non c’è nessun problema con la Germania. Ieri ho avuto un lungo colloquio con il mio amico Schaeuble. Nei prossimi mesi possiamo fruttuosamente lavorare insieme agli altri Paesi membri dell’Europa per rimettere crescita e lavoro al centro dell’agenda economica».

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