venerdì 2 agosto 2019
Da un ministro si attendono parole decenti e onorevoli
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Dovrebbe fermarsi un minuto, il ministro dell’Interno, a pensare a un Paese, il suo, il nostro, l’Italia, in cui tutti parlano come lui. «Zingaraccia, ora arriva la ruspa», riferito a una persona rom che pure avrebbe pronunciato una frase gravissima. Parole che arrivano – coincidenza infausta, e quasi annichilente – alla vigilia del 2 agosto, 75esimo del genocidio nazista di rom e sinti.

«Vada a fare le foto ai bambini visto che le piace tanto», è la risposta del ministro, allusiva e al limite della diffamazione, al videomaker che ha il torto di averlo messo in difficoltà con la vicenda della moto d’acqua della Polizia che ha portato suo figlio sedicenne a fare un giro al Papeete beach di Milano Marittima.

Insomma immagini, il ministro dell’Interno Matteo Salvini, un Paese in cui ogni cittadino si sente libero di rispondere a un insulto con un insulto al quadrato o di catalogare – per disprezzarli – gli esseri umani. E ancora immagini, il ministro Salvini, un Paese in cui ogni persona rivestita di autorità derida chi gli pone domande sgradite. Questa Italia già così difficile da governare diventerebbe una giungla, un farwest, un 'tutti contro tutti' dissennato e pericoloso. Qualcuno sostiene che a questo punto ci siamo già arrivati.

Noi non lo crediamo, ovviamente. E, anzi, ancora oggi crediamo nel valore pedagogico della politica e delle istituzioni. Crediamo cioè che dai Palazzi possano e debbano arrivare parole e atteggiamenti che frenino gli istinti peggiori, correggano il linguaggio d’odio, in qualche modo 'educhino' a convivere meglio. Non ci si può appellare al consenso per difendere a ogni costo la propria 'narrazione'. Salvini vuole governare l’Italia, ma per governare servono anche e soprattutto parole decenti e onorevoli.

Ps: su una cosa siamo certamente d’accordo con il ministro, i piccoli non vanno usati per fare politica. Vale per il figlio di Salvini, per i bambini lasciati annegare nel Mediterraneo, per i ragazzini rom e sinti, per le vittime innocenti degli orrori di Bibbiano. Non li si metta più in mezzo, per davvero e per sempre.

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