lunedì 12 settembre 2022
Al via il nuovo anno scolastico in Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella Provincia di Trento. Il 5 si era ricominciato a Bolzano, domani in Campania
In dieci anni -10% di alunni. Crollo alle materne e alle paritarie

Ansa

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Questa mattina è suonata la campanella per gli studenti di numerose regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Provincia di Trento), tornati in classe per il primo giorno di scuola. I primi a rientrare in aula erano stati, il 5 settembre, gli alunni e le alunne della Provincia di Bolzano. Domani sarà la volta di bambini e ragazzi della Campania. Il 14 settembre le lezioni prendono il via in Calabria, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Umbria. Il 15 riprenderanno, invece, in Emilia-Romagna, Lazio e Toscana. In coda, il 19 settembre, Sicilia e Valle d’Aosta./p>

"Tutto il Paese ha bisogno di ripartenza, di guardarsi negli occhi - afferma il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi - Il governo ha ritenuto che la fase di emergenza fosse conclusa, ma siamo pronti per ogni evenienza". Bianchi ha rimarcato che quest'anno "non mancano gli insegnanti. Abbiamo mantenuto il numero di docenti che avevamo prima del Covid", ha negato di avere mai parlato di settimana corta contro il caro-energia e ha mandato un messaggio ai ragazzi: "Nel momento difficile che siamo vivendo, teniamoci tutti per mano".

Quest'anno sono 7.286.151, in netta flessione, le studentesse e gli studenti che tornano sui banchi delle scuole statali, per un totale di 366.310 classi. La rivista Tuttoscuola calcola che negli ultimi dieci anni il numero degli studenti è diminuito, tra statali e paritarie, del 10% (-858 mila). Nel Sud addirittura del 15% (-500mila). Il crollo è stato particolarmente forte nelle scuole paritarie: mentre le statali hanno ridotto gli studenti del 7,1%, le paritarie addirittura del 29,5%. La scuola dell'infanzia ha perso nel decennio quasi mezzo milione di iscritti (-27,5%). La primaria ha avuto una flessione di 388 mila iscritti (-14%). La secondaria di I grado ha 133mila alunni in meno (-7,6%). Solo alle superiori si è registrato un lieve aumento, di 119 mila iscritti, pari a +4,4%.Per gli alunni più piccoli, dai 3 ai 14 anni, la caduta è verticale: dieci anni fa erano 6,2 milioni, ora solo 5,2 milioni. Un milione di banchi vuoti fino alla terza media (-16%). Quello che non diminuisce è il numero degli insegnanti nella scuola statale: +0,6% rispetto a 10 anni fa. Rispetto all'anno scorso sono stati persi 147mila studenti, pari all'1,8%: mai c'era stata una flessione di questa entità da un anno all'altro

Dopo tre anni di pandemia, quest'anno, per la prima volta, si torna a scuola senza mascherine - tranne per il personale scolastico e gli alunni a rischio - senza orari diversificati, senza misure di distanziamento e non è prevista la didattica a distanza (Dad): se un alunno si ammalerà di Covid rimarrà a casa come quando si prende una qualunque influenza e non potrà seguire le lezioni dalla sua camera.

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Nei giorni scorsi i sindacati avevano denunciato la mancanza di 200mila docenti e 15mila amministrativi e la mancata nomina di circa 500 dirigenti previsti dall'organico. Per il minstro l'allarme è ingiustificato: "Ci sono 91mila insegnanti di sostegno che dovranno essere rinnovati di anno in anno e poi ci sono insegnanti che stanno completando il concorso, di questi ne prenderemo ulteriori 25mila che entreranno in ruolo dal prossimo anno", ha specificato Bianchi.

Se sugli organici ministro e i sindacati non sono allineati, sembrano esserlo sul tema della settimana corta, come soluzione per ridurre i consumi energetici negli istituti scolastici: "Le scuole devono essere le ultime su cui intervenire in merito ai temi energetici, dopodiché c'è l'autonomia della scuola: se una decide, può farlo, ma si parta dalla didattica" ha affermato il ministro Bianchi. Ancora meno possibilisti i sindacati, come Bianchi, infatti, ritengono che se gli istituti sceglieranno la settimana corta lo debbano fare per motivazioni organizzative, non per risparmiare sui termosifoni: in sintesi "il discorso consumi deve essere fuori dalle scuole".

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Alunni, classi, personale: i primi dati

In attesa del tradizionale approfondimento statistico sull’anno scolastico 2022/2023, il ministero dell'Istruzione ha anticipato alcuni dati. Quest’anno frequenteranno la scuola dell’infanzia 821.970 bambine e bambini, gli alunni della primaria saranno 2.260.929, quelli della secondaria di primo grado saranno 1.557.403, 2.645.849 ragazze e ragazzi andranno alla secondaria di secondo grado. Il 51,1% di questi ultimi frequenterà un indirizzo liceale, il 31,8% un Istituto tecnico, il 17,1% un Professionale.

Per quanto riguarda il personale scolastico, in base ai dati caricati a sistema all’8 settembre e in corso di aggiornamento, nel mese di agosto gli Uffici Scolastici Regionali (Direzioni generali e Uffici di ambito territoriale) hanno continuato a lavorare per un ordinato avvio del nuovo anno. Secondo i dati disponibili alla data di oggi, che sono in aggiornamento, le operazioni di immissione in ruolo effettuate ad agosto hanno consentito l’assunzione di 50.415 docenti, 9.021 ATA (personale Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) e 317 dirigenti scolastici.

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