sabato 10 settembre 2022
Il ministro Bianchi apre all’ipotesi lasciando però la decisione all’autonomia scolastica. Favorevole il comitato di famiglie “A scuola”, mentre sindacati e presidi sono contrari
«La settimana corta a scuola? Sì, con lezioni da 50 minuti»

Ansa

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Se proprio si vuole introdurre la “settimana corta” per risparmiare gas, sacrificando il sabato e spalmando l’orario scolastico sugli altri giorni, almeno lo si faccia con un criterio univoco per tutte le scuole, evitando ai ragazzi e alle famiglie di dover districarsi tra orari prolungati e rientri pomeridiani.

Alla vigilia della ripresa delle lezioni, lunedì, per la maggioranza degli studenti, è questa la richiesta del comitato “A scuola”, costituito nel 2020 da famiglie, studenti e anche insegnanti per contrastare l’uso intensivo della Dad: permettere a tutte le scuole di introdurre le lezioni di 50 minuti, così da rendere più “gestibile” la situazione, se la crisi energetica dovesse ulteriormente aggravarsi nel corso dell’inverno, rendendo necessari sacrifici per risparmiare gas.

Di questo ha parlato, ieri, anche il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi: «Le scuole devono essere le ultime su cui intervenire in merito ai temi energetici – ha ricordato –. Dopodiché ci sono le autonomie delle scuole: se una scuola decide di organizzare una propria struttura può farlo, ma si parta dalla didattica. La chiusura delle scuole il sabato per far fronte in parte ai problemi energetici? Io non ho mai chiusure di principio, ma il mio principio è: si parta dall’esigenza dei ragazzi e dall’esigenza di garantire un servizio nel modo migliore».

Secondo il Comitato “A scuola”, l’unica modalità per organizzare un servizio che tenga conto anche delle esigenze di studenti e famiglie è, appunto, «permettere a tutte le scuole l’introduzione emergenziale delle lezioni da 50 minuti invece di 60», si legge in una nota. Una misura, tra l’altro, «già prevista ma spesso non usata per la complicazione del “recupero” dei 10 minuti», aggiunge il Comitato.

Con la prima campanella ormai alle porte, sottolinea “A scuola”, «è importante che questa decisione venga presa a breve: riceviamo notizie di istituti che già hanno deciso per la settimana corta, con i disagi orari del caso, per non trovarsi a dover riprogrammare e riorganizzare l’intero orario nel bel mezzo dell’inverno». «Concedendo subito lezioni da 50 minuti – sottolinea il Comitato – si potrebbe ovviare ai disagi alle scuole che hanno già compiuto questa scelta e permettere a tutte le altre di preparare un “piano B” logico e sopportabile in caso di imposizione della settimana corta per tutti».

Soluzione che, però, non piace ai sindacati. Per lo Snals Confsal, «si tratta di una questione mal posta. La flessibilità didattica può e deve avere solo ragioni didattico-educative e in nessun caso può diventare uno strumento per ridurre i consumi di energia. È paradossale – sostiene il segretario generale Elvira Serafini – che dopo le assicurazioni ministeriali sulla didattica in presenza anche con casi positivi in classe, si prenda in considerazione la possibilità di far pagare alle scuole, agli alunni e al loro diritto all’apprendimento l’incapacità del governo di trovare soluzioni coraggiose per tagliare sprechi e inefficienze».

Sull’apertura (o, almeno, sulla non esclusione) del ministro Bianchi all’introduzione delle lezioni da 50 minuti, interviene anche il presidente dell’associazione dei di presidi Dirigentiscuola, Attilio Fratta, dicendosi «pienamente d’accordo sull’esigenza di prendere decisioni per il bene degli alunni e non per problemi energetici che pure ci sono e che possono, come più volte evidenziato, essere risolti in altro modo e che, comunque, non devono avere ricadute sulla scuola, sull’organizzazione, sugli alunni e sulle famiglie. Quindi torniamo alla normalità senza sconti».

«La didattica, l’organizzazione, l’orario delle lezioni ovviamente – prosegue Fratta – non sono immodificabili per migliorare il servizio. Ma non possiamo essere d’accordo con il ministro quando fa il gioco delle tre carte! Un conto è garantire un servizio migliore, ben altro è scambiarlo con il risparmio energetico. Ci spieghi perché o come riducendo l’orario o adottando la settimana corta il servizio migliora».

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