mercoledì 8 luglio 2015
​​A Montecitorio prosegue l'esame degli emendamenti. Giannini: sisteme educativo migliore per il Paese. Ma continuano le proteste.
Teoria del gender, a scuola consenso informato
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Ultime battute per il ddl sulla scuola. ​L'aula della Camera ha ripreso stamattina l'esame della riforma. I deputati di Sel hanno protestato per la contrazione del numero degli emendamenti ammessi al voto, anche se la presidenza ha sottolineato di aver allargato il numero di richieste di modifica del testo da votare. Come ieri, in tribuna sono presenti numerosi insegnanti che assistono ai lavori parlamentari. Le votazioni andranno avanti per tutta la giornata, il varo è previsto per domani. Sul testo, che non è stato modificato in commissione a Montecitorio rispetto a come è stato approvato dal Senato, sono stati ammessi al  massimo quaranta emendamenti per gruppo. "La svolta è ormai dietro l'angolo", ha commentato Maria Coscia, capogruppo Pd in Commissione Cultura alla Camera e relatrice del provvedimento. Ma tra gli oppositori della Buona scuola c'è chi ancora spera che il Presidente della Repubblica rifiuti di votare la legge restituendola al Parlamento. "Non dobbiamo fare le riforme per placare le proteste o per accontentare una parte, le facciamo nel pieno esercizio della responsabilità politica e per dare un sistema educativo migliore al Paese" ha detto il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini commentando le proteste di ieri davanti Montecitorio in coincidenza con l'avvio dell'esame del ddl Buona scuola. "Facciamo la riforma - ha aggiunto il ministro - nella convinzione che siamo il primo governo che mette un ingente quantità di risorse nel settore e restituisce slancio alla scuola. Sono fiduciosa che dal muro contro muro - che se resta tale diventa più strumentale che di merito - si passi a fare di questo provvedimento un punto di partenza", ha concluso il ministro. I sindacati, e con loro una bella fetta di insegnanti e studenti, non saranno certo al traguardo ad applaudire. Ieri pomeriggio per l'ennesima volta hanno manifestato in piazza contro il provvedimento annunciando che il sì dei parlamentari non fermerà la protesta: a settembre la battaglia ricomincia. Anzi prosegue perché gli uffici legali delle singole organizzazioni, in una sinergia che sembra essersi consolidata in questi mesi, approfitteranno delle settimane estive per studiare i ricorsi che si preannunciano numerosi.
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