martedì 7 luglio 2015
Torna alla Camera la riforma della scuola per la definitiva lettura. E una circolare chiarisce che i Piani di offerta formativa delle scuole necessitano dell'approvazione delle famiglie. Le reazioni di politici e associazioni. DOSSIER
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Torna da stasera in aula alla Camera, per la terza e ultima lettura, la riforma per la "buona scuola" del governo Renzi. Il testo è quello modificato al Senato a fine giugno e approvato con voto di fiducia: è blindato, come blindatisono i tempi di approvazione per consentire già dal prossimo anno l'immissione in ruolo dei 100 mila precari previsti dalla riforma. E proprio oggi è stato diffuso il testo di una circolare che chiarisce che "le famiglie hanno il diritto, ma anche il dovere, di conoscere prima dell'iscrizione dei propri figli a scuola i contenuti del Piano dell'Offerta Formativa e, per la scuola secondaria, sottoscrivere formalmente il Patto educativo di corresponsabilità per condividere in maniera dettagliata diritti e doveri nel rapporto tra istituzione scolastica autonoma, studenti e famiglie". Così il ministero dell'istruzione in una circolare inviata a tutte le istituzioni scolastiche. L'esigenza nasce dai "quesiti da parte di numerose istituzioni scolastiche in merito al rapporto con le famiglie in occasione della definizione dei Piani dell'offerta formativa (POF)" pervenuti alla Direzione generale per lo studente. Una precisazione che - anche se non specificato nella nota - nasce probabilmente dalle numerose polemiche nate nei giorni scorsi in particolare per quanto riguarda i progetti e le attività dedicate alla teoria del gender.  La circolare - precisa il Miur - intende ricordare "la corretta prassi che le scuole sono chiamate a seguire fin dall'inizio dell'anno scolastico e per sottolineare il ruolo strategico e la centralità del Piano dell'Offerta Formativa, in cui obbligatoriamente tutte le attività che le istituzioni scolastiche intendano realizzare devono essere specificate".Altro importante strumento - ricordano dal dicastero di viale Trastevere - è il "Patto di corresponsabilità educativa istituito dal D.P.R. 235/2007, per le scuole secondarie di primo e secondo grado, finalizzato ad offrire agli insegnanti, ai ragazzi e alle loro famiglie, un'occasione di confrontoresponsabile, di accordo partecipato, di condivisione di metodologie e obiettivi fondanti la vita comunitaria in ambiente scolastico".La circolare non aggiunge nulla a quanto già in vigore, ma "è di una chiarezza adamantina nel ribadire agli istituti scolastici i precetti di legge che assoggettano i piani dell'offerta formativa al consenso dei genitori": è la dichiarazione di Gaetano Quagliariello, coordinatore nazionale di Ncd. "A fonte della tanta confusione creata ad arte da chi vorrebbe imporre ai nostri figli teorie inquietanti e contrarie al dirittonaturale - prosegue -, è un atto molto importante che spazza via interpretazioni illegittime e ribadisce la centralità della famiglia nell'educazione dei giovani".Una valutazione che trova d'accordo anche il presidente dei senatori di Area popolare Ncd-Udc, Renato Schifani: "La circolare chiarisce che nessuna attività extracurriculare potrà essere avviata nelle scuole senza il consenso informato delle famiglie. In particolare sul tema dell'ingresso nelle classi della cosiddetta 'teoria del gender' il ministro Giannini ha rispettato un impegno preso al Senato". Analoghe le parole di Maurizio Sacconi, presidente della Commissione lavoro del Senato: "La circolare fornisce una risposta inequivoca alle preoccupazioni da molti espresse circa la possibilità di diffusione nelle scuole della cosiddetta "teoria del gender" senza un confronto preventivo con le famiglie, cui spetta in ogni caso il diritto di sottrarvi i propri figli. Bene quindi ha fatto il ministro ad intervenire e a precisare che la riforma della "buona scuola" nulla innova a questo proposito".Alla vigilia del voto finale della Camera sulla riforma della scuola, i promotori della manifestazione di Piazza San Giovanni del 20 giugno "Difendiamo i nostri figli" puntano l'attenzione sull'intero contenuto del provvedimento. La circolare del ministero - sollecitata peraltro dallo stesso comitato - non dirada le perplessità: "Auspichiamo che il ministro e, per suo tramite, il governo, mantengano le promesse fatte al popolo di piazza San Giovanni e vadano oltre un semplice atto amministrativo puntando a tradurre quell'impegno in una norma di legge, da inserire in un provvedimento di imminente approvazione". "Le famiglie non intendono accettare il gender nelle scuole. Attendiamo un decreto legge urgente dal governo per fare chiarezza - si legge in una nota -. L`imposizione del gender nelle scuole non è una invenzione, ma una realtà sperimentata da migliaia di genitori, di studenti e di docenti. Ogni tentativo di mascherarlo o peggio di negarlo dimostra la mala fede dei negazionisti: infatti se il gender non esiste, allora smettete di insegnarlo nelle scuole. L'insegnamento del gender è il risultato di orientamenti "culturali" dominanti, di indicazioni europee, di scelte dei governi italiani (...)". Il rilancio dei corsi di gender espressamente contenuto in un passaggio del disegno di legge cosiddetto sulla buona scuola non rappresenta una novità, ma si inserisce in continuità con un'azione che ha già provocato forti disagi nelle famiglie e nelle aule scolastiche". Sul tema si sono espresse anche le associazioni delle scuole. Age, Agesc, Faes e Moige "esprimono il loro apprezzamento per la circolare che ribadisce come nessuna attività extracurriculare potrà essere avviata senza il consenso informato da parte dei genitori. Con questa circolare il governo evidenzia come la Buona Scuola non possa prescindere dalle famiglie, che oltre a essere sempre informate sui temi “sensibili”, devono effettivamente godere della libertà di scelta educativa sancita costituzionalmente”.
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