mercoledì 19 novembre 2014
​Annamaria Furlan: il Jobs Act sta cambiando in modo positivo il mondo del lavoro. La Uil invece si associa alla Cgil.
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La Cisl non farà lo sciopero generale con Cgil e Uil. "Non ci sono motivazioni valide per fermare il paese. Il Jobs Act, in fondo, sta cambiando in positivo e in sede di decreti attuativi vedremo di migliorarlo ancora. La Finanziaria contiene cose positive e cose da cambiare ma tutto questo non giustifica uno sciopero generale. Non l'abbiamo fatto neppure con Monti quando era davvero un testo da lacrime e sangue. Faremo invece lo sciopero generale per il rinnovo del contratto del pubblico impiego". Lo afferma Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, in un'intervista a Repubblica. Proprio stamattina i tre sindacati confederali si riuniranno per discutere di questo tema. Ma la decisione ormai è presa.    "Gli scioperi unitari non si fanno quando qualcuno definisce da solo testo, percorso, data. A noi non piace agganciarci", dice Furlan. "Noi siamo per fare la mobilitazione su obiettivi precisi e ben individuati che vogliamo cambiare. Il contratto degli statali è un obiettivo che anche gli altri dovrebbero considerare". Per Furlan non c'è accanimento sull'articolo 18. "Piuttosto noto che, come sempre, quando si parla di strumenti e regole del mercato del lavoro si tende a dividersi in modo ingiustificato e ideologico. Vale per il sindacato ma anche per il paese". Ieri la Uil aveva annunciato lo sciopero generale contro le scelte del Governo su Pubblica Amministrazione, lavoro, pensioni associandosi alla Cgil che lo ha già proclamato, per il 5 dicembre. La data però è stata spostata in avanti di una settimana. "Sui temi della legge di stabilità, del Jobs act" con la Uil "abbiamo registrato un importante convergenza e abbiamo convenuto di fare uno sciopero generale in una giornata con manifestazioni territoriali il 12 dicembre, avendo fatto verifiche sulla data". Così il leader della Cgil, Susanna Camusso. La Cisl invece resta ferma per ora allo stop del pubblico impiego. Un puzzle di non facile composizione. A innescare una sorta di reazione a catena sotto l'insegna sciopero è stato l'incontro di lunedì sera a Palazzo Chigi sulla P.a. La prima a farsi sentire è proprio la Cisl, ma ad incrociare le braccia sono solo le categorie del pubblico impiego, che rivolgono anche alle altre sigle l'invito a definire insieme l'iniziativa, da far cadere sempre nel mese di dicembre. Passano poche ore quando irrompe la Uil, che non restringe più il campo della protesta agli statali ma allarga i confini, proclamando lo sciopero di tutti i lavoratori. La Uil fa anche un altro passo dichiarando che proporrà "a Cgil e Cisl di stabilire insieme data e modalità della mobilitazione". Un richiamo forte all'unità, che il candidato a segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, cercherà fino all'ultimo di sostenere. Anche il sindacato di Susanna Camusso, conferma "la giustezza dello sciopero generale", rivolgendo "l'appello alle altre organizzazioni sindacali confederali per una risposta di tutti". Il ministro della pubblica amministrazione, Marianna Madia, ieri ha presieduto la riunione con in sindacati. Madia assicura di volere riaprire il contratto nel pubblico impiego "il prima possibile anche nella sua parte economica", per questo "chiediamo al sindacato di non sprecare questa occasione di confronto". Quanto alle mobilitazioni decise, sottolinea: "sullo sciopero penso che ognuno debba fare quello che pensa sia giusto".
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