mercoledì 14 marzo 2018
Gli aderenti alla psico-setta venivano costretti a versare denaro al “guru” dell'alimentazione alternativa Mario Pianesi. Alcuni di loro erano arrivati a pesare 35 chili
L'immagine di una delle ragazze che si sottoponeva alla dieta macrobiotica raggiungendo i 35 kg di peso. Vittime manipolate e ridotte in schiavitù attraverso il rigido controllo dell'alimentazione e la negazione di ogni contatto con il mondo esterno

L'immagine di una delle ragazze che si sottoponeva alla dieta macrobiotica raggiungendo i 35 kg di peso. Vittime manipolate e ridotte in schiavitù attraverso il rigido controllo dell'alimentazione e la negazione di ogni contatto con il mondo esterno

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Alcuni ristoranti macrobiotici potevano sembrare austeri, quasi penitenziali, ma nessuno avrebbe mai immaginato cosa ci fosse dietro. Una psico-setta che schiavizzava persone fragili o malate, costringendole a diete da fame - una donna si era ridotta a 35 chili di peso - con il miraggio della guarigione. A lavorare gratis, o quasi, e a donare soldi in continuazione. Una holding dell'alimentazione naturale e della sofferenza, secondo la magistratura. È il mondo segreto del guru Mario Pianesi, un pioniere del settore, inventore della dieta Ma.Pi. (dal suo nome), con contatti ad alto livello nel mondo scientifico ufficiale. Un sistema portato alla luce dalla polizia in un'inchiesta dai risvolti scioccanti. Una bimba è diventata sorda per un'otite non curata: i genitori non usavano farmaci, come imposto da Pianesi, il quale è indagato con la moglie, Loredana Volpi, e due stretti collaboratori.

Il santone 73enne, nonostante le sue relazioni, considerava «i medici assassini, le medicine inutili e dannose». E questo diceva agli adepti, secondo diverse testimonianze. Molti erano indotti ad abbandonare le cure tradizionali, nonostante gravi patologie, abbracciando l'alimentazione imposta. Dovevano lavorare sottopagati in decine di locali e punti vendita “macrobio” in Italia, del cui marchio in franchising Pianesi e i suoi avevano la gestione. Negli stessi luoghi venivano spesso agganciati dalla setta. I figli dei seguaci crescevano isolati dalla società, considerata negativa. Le regole erano ossessive. Non ci si poteva sposare senza l'assenso del guru.

Finché un'ex adepta 40enne nel 2013 ha denunciato tutto, dando il via all'indagine, durata cinque anni anche per la difficoltà di penetrazione in quell'ambiente. Passata da procura e squadra mobile di Forlì a quelle di Ancona per competenza - l'associazione Un Punto Macrobiotico (Upm) di Pianesi ha sede a Tolentino (Macerata) -, l'inchiesta si è arricchita di altre testimonianze di persone vessate e sfruttate, e degli accertamenti bancari sui flussi di denaro che finivano sui conti del guru e dei suoi sodali, un giro di affari di milioni di euro. Gli adepti che non donavano abbastanza erano costretti a un'autocritica pubblica. Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamento, lesioni aggravate ed evasione fiscale i reati contestati a vario titolo ai quattro indagati. Guidavano una struttura piramidale con “capizona” e “capicentro”.

«Mario Pianesi ha già pensato a tutto per noi, bisogna fare bene tutto quello che lui ci dice di fare, in modo da poter guarire sia le malattie fisiche che quelle dell'anima in modo da ripulire il nostro Karma - racconta un'ex adepta -, qualsiasi messa in discussione, ragionamento, domanda sul perché fare o non fare, mangiare o non mangiare, era soltanto una perdita di tempo perché lui aveva già sperimentato su di sè, sacrificandosi con infinito amore per noi e l'umanità». Retorica da santone che nascondeva, secondo l'indagine, una setta con spietati obiettivi di arricchimento. Chi è riuscito a uscirne, a caro prezzo fisico e morale, ha rivelato un altro volto di Pianesi e della Upm. «Rispetto al prestigio di cui gode Mario Pianesi anche oltre i confini nazionali - ha dichiarato in serata uno dei difensori, Manuel Formica - l'accusa mossa contro di lui e contro gli altri indagati è davvero inverosimile». «Gli indagati - ha aggiunto - faranno di tutto per dimostrare la bontà e la correttezza del loro comportamento».

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