giovedì 10 aprile 2014
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La Legge Simeone – Saraceni, varata nel 1998, al termine di un lungo iter parlamentare, consente ai condannati che si trovano a "piede libero" di poter essere ammessi all’affidamento in prova ai servizi sociali senza dover entrare in carcere. A condizione di essere in possesso di determinati requisiti: una casa, un lavoro o una fonte di reddito legale. L’affidamento in prova ai servizi sociali è una misura alternativa alla detenzione alla quale possono essere ammessi i condannati con una pena (o un residuo di pena) inferiore ai tre anni (inferiore ai quattro anni quando si tratta di persone tossicodipendenti o alcooldipendenti). L’eventuale affidamento non muta le limitazioni previste della sentenza, laddove preveda l’esclusione dai pubblici uffici o l’eventuale obbligo di residenza in un dato territorio, oppure il divieto di risiedere in un determinato centro urbano. Con l'ordinanza del giudice vengono anche stabilite le prescrizioni che il condannato dovrà rispettare: le modalità di esecuzione del lavoro socialmente utile, i tipo di rapporti da intrattenere con la struttura indicata. Al termine del periodo di messa in prova se il condannato avrà mostrato di aver rispettato tutte le indicazioni, per il periodo corrispondente alla condanna inflitta, gli effetti penali della condanna si estinguono.
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