lunedì 22 giugno 2015
​Nei guai il medico, già coinvolto nel caso Stamina, e altre quattro persone. Somministravano a caro prezzo una presunta cura innovativa per le malattie neurodegenerative come la Sla.
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​​C'è anche il medico triestino Marino Andolina, già coinvolto nella vicenda Stamina, tra le cinque persone arrestate e ora ai domiciliari nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Brescia su un'organizzazione che provava a somministrare, dietro pagamento di notevoli somme di denaro, una asserita "terapia innovativa" per la cura di gravi patologie neurodegenerative. Tra gli arrestati ci sono anche un medico bresciano e tre persone estranee al mondo della medicina: due bresciani e un milanese di Rho. L'accusa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla truffa nei confronti di soggetti vulnerabili, identificati in circa trenta pazienti, affetti da gravi malattie tra cui Sla, Sma e leucemia, indotti in errore circa gli asseriti effetti terapeutici di una millantata terapia innovativa. Una terapia presentata come fondata sul trattamento di cellule staminali ed esosomi, ricavata attraverso il trattamento di tessuto adiposo ottenuto con interventi di liposuzione, anche nei confronti di donatori, effettuati presso uno studio medico di Brescia.
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