giovedì 23 febbraio 2012
COMMENTA E CONDIVIDI
Una risorsa preziosa, una risorsa da non sprecare. Questo è il sangue del cordone ombelicale, ricco di cellule staminali ematopoietiche che sono utilizzate per trapianti allo scopo di salvare pazienti affetti da leucemie e alcune gravi malattie immunitarie. Per queste ragioni, conservare il cordone ombelicale per sé, oltre che inutile attualmente dal punto di vista scientifico, sottrae risorse insostituibili ai malati che potrebbero averne bisogno. L’Italia vive una situazione singolare: pur essendo il quinto Paese al mondo per la fornitura di sacche di sangue cordonale, vede crescere la pressione – anche mediatica – di banche per la conservazione privata, che nell’ottobre scorso sono state richiamate dall’autorità antitrust per pubblicità ingannevole. Questi argomenti, e il significato etico-sociale delle attività di raccolta e conservazione del sangue cordonale, sono stati approfonditi al seminario organizzato a Venezia dalla Federazione italiana Adoces (Associazioni donatori cellule staminali), dall’Università Ca’ Foscari e dalla Conferenza regionale veneta del volontariato. Dalla relazione del presidente di Adoces, il genetista Licinio Contu, è emerso un dato macroscopico: in 134 banche private nel mondo sono conservate 900mila unità di sangue cordonale. Nelle 156 banche pubbliche, ha poi puntualizzato Nicoletta Sacchi (direttore del Registro italiano donatori di midollo osseo), sono "stoccate" invece 605mila unità. Ma da queste ultime – segnala Contu – sono stati effettuati nel corso del tempo 30mila trapianti, dalle prime invece solo 12, «che avrebbero potuto essere effettuati anche con donazioni solidali». L’importanza di queste donazioni è apparsa in tutta evidenza dalla relazione di Chiara Messina, responsabile dell’Unità operativa Trapianto cellule staminali ematopoietiche dell’Università di Padova, che ha anche chiarito il motivo dell’estrema selettività del sistema pubblico nel conservare le unità di sangue cordonale: «Vengono congelati solo i cordoni che saranno utili a un trapianto, cioè quelli più ricchi di cellule staminali». Poiché infatti la riuscita del trapianto è legata alla proporzione tra numero di cellule e chili di peso del paziente, e poiché sono in crescita i trapianti su pazienti adulti, ecco che conservare cordoni ombelicali con un numero limitato di cellule non avrebbe utilità futura. Un ragionamento che non interessa le banche per la conservazione privata del cordone. Il valore etico della donazione solidaristica del sangue cordonale è emerso dalle relazioni di tre docenti dell’Università Ca’ Foscari: il filosofo Giuseppe Goisis ha approfondito il significato etico del dono, sottolineando la posizione esemplare del volontariato nella società.
 
Il sociologo Michele Cangiani ha ricordato che «l’individuo ha continuamente bisogno della società»; mentre dall’economista Giuseppe Marcon è venuta una disamina puntuale dei valori di solidarietà che presiedono alla organizzazione del nostro sistema sanitario, che guarda alla giustizia sociale contro una visione meramente di libero mercato. Purtroppo l’Unione europea, ha ricordato Fabio Bracciali (presidente dell’Associazione europea degli studenti di legge), tende a trattare tutto come una merce, anche in campo sanitario, fedele ai suoi principi di libera circolazione di persone, beni e servizi. L’appello venuto da Venezia ai decisori politici (è intervenuto l’europarlamentare Antonio Cancian) è quello di riflettere e assumere le iniziative opportune per tutelare la salute pubblica.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: