venerdì 12 aprile 2013
Quaranta lettere di licenziamento sono state inviate ai lavoratori dell'ospedale San Raffaele di Milano. La decisione ha scatenato l'ira dei sindacati che hanno annunciato la stato di agitazione. Ma l'azienda replica: le lettere conseguenza del mancato accordo con la Rsu.
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Qualcuno tra i sindacati sperava che non se ne farebbe fatto più niente, ma alla fine sono partite: le prime 40 lettere di licenziamento sono state inviate ad altrettanti lavoratori del comparto dell'ospedale San Raffaele di Milano, di cui 20 dell'area sanitaria e 20 dell'area amministrativa. Un atto «inevitabile» secondo l'amministrazione dell'ospedale. La decisione, prevedibilmente, ha scatenato l'ira dei sindacati che hanno subito annunciato lo stato di agitazione e la mobilitazione per riportare al tavolo di contrattazione l'azienda ed evitare i licenziamenti. Secondo Fp Cgil, Cisl Fps e Uil Fpl, «è indispensabile ripartire dalle proposte fatte nei mesi scorsi dalle sigle sindacali confederali sull'uso degli ammortizzatori sociali». Intanto appena sparsa la notizia delle lettere, è scattata la protesta dei lavoratori che hanno dapprima occupato via Olgettina, sede dell'ospedale (da cui poi è stata deviata la circolazione stradale), e poi hanno fatto un sit in dinanzi all'ufficio dell'amministratore delegato, Nicola Bedin. In queste ore il presidio permanente dei sindacati deciderà le iniziative da sottoporre all'assemblea generale dei lavoratori, convocata per lunedì 15, mentre venerdì 19 ci sarà un presidio dei lavoratori della sanità milanese. Inoltre si pensa alla procedura per una nuova data di sciopero. Dal canto suo l'azienda sottolinea come «le lettere di licenziamento rappresentino l'inevitabile esito del mancato accordo con la Rsu e rappresentano oggi uno strumento necessario per affrontare il grave stato di crisi dell'ospedale». Vista la bocciatura, con il referendum dei lavoratori, dell'intesa raggiunta con la Rsu il 21 gennaio scorso presso il ministero del Lavoro, e il no dei sindacati alla mediazione del prefetto di Milano, «i licenziamenti diventano pertanto necessari - conclude l'azienda - secondo la tempistica prevista dalla Legge 223, anche se l'amministrazione ospedaliera non esclude che, in presenza di fatti nuovi, l'intera procedura possa essere rivista». Anche il Consiglio regionale lombardo, dopo l'incontro avuto con i sindacati e appreso delle lettere di licenziamento, ha deciso di intervenire. «Scriverò una lettera al presidente della Giunta e agli assessori competenti, sottolineando la necessità di riaprire il tavolo di trattativa per trovare una soluzione immediata alla vicenda», ha annunciato il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo.
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