lunedì 26 agosto 2019
Il mercato dei nuovi stupefacenti (mascherati da incensi e concimi) è in continua crescita su Internet. L'esperta Pacifici (Iss): «Chi le usa fa da cavia senza saperlo. E rischia di morire»
Un sequestro di pastiglie di droga sintetica (Ansa)

Un sequestro di pastiglie di droga sintetica (Ansa)

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Pastiglie, cristalli, boccette, polverine. Ma anche erbe, flanconcini e ritagli di carta da mettere sulla lingua. Sono centinaia le droghe sintetiche che hanno invaso negli ultimi anni il mercato. Prodotte in laboratori lontani, viaggiano grazie a Internet e stanno creando una generazione di psicotici. Il mercato è in continua crescita, gli effetti disastrosi sulla salute sono ormai chiari alla comunità scientifica, eppure il fenomeno viene ancora sottovalutato. Procurarsi le 'nuove sostanze psicoattive' (Nps) è facilissimo per chiunque. Visto che, almeno fino ad oggi, «si continua ad assistere a uno scarso interesse della criminalità italiana, mafiosa e comune, verso questo tipo di sostanze – spiega la Relazione annuale 2019 della Direzione centrale per i servizi antidroga – a causa dei bassi margini di guadagno, il mercato si alimenta prevalentemente attraverso le reti telematiche e il web».

Basta un computer (o un cellulare) per far arrivare comodamente a casa tutte le dosi di cui si ha bisogno, accedendo a decine siti di pseudoaziende. Si autodichiarano «laboratori » e offrono agli «appassionati di chimica» un’infinità di sostanze, al fine di «far progredire la ricerca». L’interfaccia è semplice e molto simile a quella di qualsiasi altro sito di commercio online, con l’immagine dei prodotti divisi per categoria, una breve descrizione e, naturalmente, il prezzo (pochi euro), eventualmente con tanto di sconti e promozioni speciali. Ipocritamente (e per evitare la segnalazione dei motori di ricerca) viene spesso ribadito in fondo che il composto «non è adatto per il consumo umano», ma che può essere utilizzato «soltanto per la ricerca». Oppure, in altri casi, viene proposto come 'concime per bonsai da 70 chilogrammi' o come 'incenso per profumare la casa'.

Il 50% delle nuove droghe che circolano sul mercato mondiale sono cannabinoidi sintetici, soprattutto da fumare: chiamati spesso spice, si presentano come miscele vegetali sulle quali è stata stato spruzzato un piccolo quantitativo di sostanza sintetica, rendendole centinaia di volte più potenti della marijuana e dell’hashish. Molto diffusi (circa il 30% sul totale) sono anche i catinoni sintetici, che si presentano in pastiglie, capsule, ma anche come flaconcini da bere o polvere da inalare. Vengono commercializzati come “sali da bagno” o “fertilizzanti per piante” e sono in grado di replicare gli effetti della cocaina. Responsabili di molte morti, soprattutto nel nord Europa, producono allucinazioni, visioni, sensazioni strane ed angoscianti e inducono a ogni forma di violenza, contro gli altri o contro se stessi. In molti, dopo averle assunte, cadono a terra e si contorcono, oppure si convincono di essere animali feroci e sono pronti letteralmente ad “azzannare” chiunque si ponga sulla loro strada. In commercio poi esistono anche numerosi tipi di oppioidi sintetici (500 volte più forti dell’eroina), amfetamine, chetamine e benzodiazepine. E ogni anno spuntano almeno un centinaio di nuove sostanze: negli ultimi tre anni soltanto in Italia sono state intercettate 40 nuove molecole.

«È un fenomeno che viene affrontato a livello internazionale – spiega Roberta Pacifici, il direttore del Centro nazionale dipendenze e doping dell’Istituto superiore di sanità, a capo del Sistema di allerta rapida delle droghe in Italia – e con il sistema europeo mettiamo in condivisione ogni informazione. Quando si intercetta una nuova molecola, viene da noi sintetizzata e inviata a tutti i laboratori tossicologici italiani, per fornire uno strumento di riferimento per riconoscerla qualora si ripresentasse». Non è un lavoro facile: «Sono sostanze immesse sul mercato senza sperimentazione. L’utilizzatore in realtà fa da cavia, rischiando di finire all’obitorio. Non possiamo abbassare la guardia».

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