sabato 4 maggio 2019
Per l’emittente il tempo stringe: meno di 20 giorni alla chiusura. Il direttore Falconio: «Fa sperare l’intervento dell’Agcom»
Il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio

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«Siamo la voce delle istituzioni e siamo ancora fiduciosi che le istituzioni vogliano dare una risposta per la proroga del nostro servizio». Alessio Falconio, direttore di Radio Radicale non si rassegna alla chiusura. Ma il tempo stringe: «Siamo a meno di 20 giorni dal termine della convenzione per questo servizio che ininterrottamente esercitiamo, dalla gara vinta nel 1994 e prima ancora dal 1976.

Ma non si è mai rifatta la gara.
Non per scelta nostra, che abbiamo sempre continuato a chiederla. I diversi governi hanno optato per la proroga.

Ci sono novità?

L’Autorità per le comunicazioni la settimana scorsa ha fatto una segnalazione urgente al governo in cui parla di «servizio di interesse generale» che, anche se va messo a gara, in attesa dell’espletamento - si dice - non può essere interrotto, e chiede quindi la proroga dal ministero dello Sviluppo economico. Il nostro augurio è che il governo voglia prenderla in considerazione. C’è chi ha da ridire sulla qualità del servizio? C’è la quasi totalità dei gruppi di opposizione a nostro sostegno, ma ci sono anche nella maggioranza, ad esempio, 6 senatori del M5s che hanno sottoscritto la mozione di Loredana De Petris e 24 deputati della Lega che hanno sottoscritto la mozione di Giuseppe Basini, che è - appunto - un deputato leghista. Primo Di Nicola, vicepresidente della Vigilanza Rai, del M5s aveva anticipato tutti, sostenendo la stessa tesi che l’Authority avrebbe fatto sua. C’è anche il patrimonio dell’archivio. Proprio in questi giorni abbiamo scongiurato con successo il rischio del bug del milionesimo documento registrato.

Nel governo vedi spiragli?

Dopo dichiarazioni molto negative, due giorni fa abbiamo registrato su Raidue un’importante presa di posizione di Di Maio che ha assicurato che verrà trovata una soluzione, e anche da Salvini ci è parso di cogliere un’apertura verso la proroga.

E ai cittadini che potrebbero vederci un’operazione della 'casta', che cosa si può dire?

Che siamo il contrario della casta. Siamo le istituzioni che arrivano nella casa di tutti i cittadini, e non è un bene interrompere questo servizio. C’è la storia del Paese: incontri, processi, momenti di vita vera, accessibili a tutti senza filtri.

Che effetto fa avere anche la solidarietà di
Avvenire? Pur nella diversità, abbiamo punti in comune. Noi, come Avvenire, ci ritroviamo a raccontare le cose che non tutti raccontano. E il nostro è un servizio per tutti: l’ultimo discorso di Aldo Moro ai gruppi parlamentari è stato donato da Gero Grassi a noi, nella convinzione che fosse il luogo giusto per mettere un pezzo di storia a disposizione di tutti.

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