mercoledì 25 luglio 2012
Arrivano i primi provvedimenti all'ospedale San Giovanni. La procura starebbe per contestare, oltre all'ipotesi di omicidio colposo anche quella di falso. Nuovo caso di malasanità a Firenze dove un uomo di 60 anni avrebbe ricevuto una trasfusione di sangue non compatibile. ​
COMMENTA E CONDIVIDI
Arrivano i primi provvedimenti all'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, dove lo scorso 29 giugno è morto un neonato di pochi giorni per uno scambio di cateteri: è la direttrice ad interim di Neonatologia, Caterina De Carolis, revocata dal suo incarico dal dg Gian Luigi Bracciale. Intanto la Procura di Roma si appresterebbe a contestare, nell'ambito dell'inchiesta sulla morte del piccolo Marcus, oltre all'ipotesi di omicidio colposo anche quella di falso. L'ispezione del ministero della Salute ha gettato del  resto una luce poco rassicurante sul reparto: i tecnici del ministro Renato Balduzzi hanno messo in evidenza "lacune" nella cartella clinica del bimbo, "cancellature e modifiche". "Suggestioni - concludono gli ispettori - che sembrano indicare la volontà di nascondere quanto avvenuto". Una manomissione, è il sospetto, forse per nascondere il tragico errore. Per ora nel registro degli indagati del pool guidato dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani ci sono 20 nomi, sette medici e tredici infermieri. I magistrati hanno acquisito la cartella clinica e sono in attesa degli esiti della seconda autopsia sul corpo di Marcus, in programma domani, affidata al professor Saverio Potenza dell'Università di Tor Vergata. Il latte in vena, o anche la semplice assenza del prodotto che invece non è stato somministrato per flebo potrebbero aver ucciso il bimbo, già di per sé delicatissimo (era nato prematuro). Ma soprattutto i magistrati vogliono sentire tutti.
 
Tutti quelli che erano di turno quel 27 giugno in cui qualcuno ha introdotto erroneamente in vena a Marcus la cannula del latte che invece doveva arrivare all'apparato digerente. Due giorni dopo, il 29, il bambino è morto, ma alle orecchie dei dirigenti la notizia è arrivata solo il 2 luglio. Alla madre, la colf filippina Jacqueline De Vega, come ha riferito oggi il suo legale e datore di lavoro Danilo Granito, era stato riferito solo di "un evento naturale, complicazioni legate a una insufficienza respiratoria. Jacqueline non aveva mai pensato di abortire, non ha provocato il parto prematuro. Amava Marcus incondizionatamente".Cosa è successo davvero in quei tre giorni di buio? Neonatologia è nella bufera: gli ispettori di Balduzzi avrebbero scoperchiato un "clima di conflittualità" tra gli operatori, ma anche "l'inadeguata organizzazione e gestione del personale" e "l'assenza di procedure e protocolli diagnostico-terapeutici". Tra incubatrici e biberon, insomma, regnerebbero liti e caos. E oggi, come se non bastasse, è emerso un nuovo caso su cui la Procura ha acceso i riflettori.Malasanità in Toscana. Una trasfusione sbagliata, invece, potrebbe essere la causa della morte di un uomo di 60 anni, ricoverato al Careggidi Firenze, avvenuta il 20 luglio scorso.Sul decesso sono in corso già da alcuni giorni accertamenti da parte della procura di Firenze. Gli inquirenti hanno ricevuto la segnalazione dell'evento dalle autorità sanitarie e da quel momento hanno aperto un'inchiesta. Verifiche sono in corso su modalità e contesto in cui è maturato l'errore. Secondo quanto si apprende, al momento non ci sono indagati, nè è stato ipotizzato un reato specifico.La trasfusione è stata sbagliata perchè doveva essere fatta a un altro paziente: il gruppo sanguigno contenuto nella sacca non era lo stesso e le condizioni dell'uomo, già gravi, sono precipitate. A distanza di due giorni è deceduto.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: