giovedì 30 maggio 2019
Un adesivo attaccato nella notte con la scritta "L'assassino torna sempre sul luogo del delitto". Noemi Di Segni (Unione comunità ebraiche): «Tutti chiamati a tutelare ed educare». Sdegno di Fi e Pd
Le pietre d'inciampo con l'"intruso": l'adesivo in tedesco (Ansa)

Le pietre d'inciampo con l'"intruso": l'adesivo in tedesco (Ansa)

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Un atto di vandalismo antisemita nel cuore dell'antico ghetto ebraico di Roma. Nella notte tra il 28 e il 29 maggio, in via della Reginella 10, non lontano dal Tempio maggiore, una "pietra d'inciampo" è stata coperta da una scritta in tedesco che recita «L'assassino torna sempre sul luogo del delitto», ovvero «Die Mörder kehren immer zu Ort des Verbrechens zurück». Evidente l'intento antisemita dell'autore (o degli autori) che, approfittando del buio, ha di fatto firmato l'azione, definendosi da solo assassino e nazista.

A denunciare lo sfregio alla memoria delle vittime della shoah nazifascista è l'Associazione "Arte in Memoria", promotrice a Roma del progetto "Memorie d'inciampo", che parla di «ennesimo atto di dissacrazione della memoria delle vittime della deportazione nazi-fascista. Si tratta della vendetta vigliacca e impotente alla straordinaria mobilitazione che solo una settimana fa ha visto centinaia di studenti mobilitati per "spolverare la memoria" lucidando le 288 pietre d'inciampo distribuite nei diversi municipi della città», iniziativa promossa dall'Ambasciata tedesca e dall'Associazione "Arte in memoria". La pietra vandalizzata è già stata ripulita dell'adesivo dissacrante.

Per Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, «tutti sono chiamati ad educare e tutelare. La sfida è che ognuno dia il suo contributo istituzionale e personale per la costruzione di una memoria condivisa. La preoccupazione non può essere solo del mondo ebraico. Deve far parte dell'identità di ogni individuo. L'educazione alla memoria è un elemento chiave ed è parte della vita di tutti i giorni, non solo quando si va a scuola. Attraverso libri, viaggi, mostre si può educare alla memoria della Shoah. La sfida educativa va in parallelo a quella legislativa». Per Di Segni, «negli ultimi anni c'è una recrudescenza di questi episodi, ma questa non può però essere imputata a una singola stagione politica. Se non c'è cultura vuol dire che, dalla fine nella guerra a oggi, i governi non hanno maturato a sufficienza la memoria storica. Non ci sono poi solo episodi espliciti di antisemitismo, ma anche indiretti, come la formazione di movimenti neofascisti e neonazisti o la non legittimazione dello stato di Israele».

Solidarietà alla comunità ebraica dalla capogruppo al Senato di Forza Italia. Anna Maria Bernini, parla dell'«ennesimo vile attacco alla memoria della Shoah e impone di rafforzare sempre di più le barriere politiche e culturali contro la malapianta dell'antisemitismo che purtroppo attecchisce anche nelle nuove generazioni. La condanna di questi gesti sciagurati deve essere totale. Alla comunità ebraica giungano il mio abbraccio e la mia solidarietà».

«La profanazione dei luoghi della memoria non potrà mai cancellare la memoria stessa e la lotta contro ogni forma di violenza di matrice neo fascista», afferma in una nota il Partito Democrativo di Roma che esprime «totale solidarietà a tutte le famiglie delle vittime del nazifascismo e di chi si è battuto per la libertà di Roma e dell'Italia".

Le "pietre d'inciampo", in tedesco Stolpersteine, sono un'iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig, diffusasi dal 1992, a partire da Colonia in Germania, in molti paesi d'Europa per creare, nel tessuto urbanistico, una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti. Lo stesso artista tedesco periodicamente viene invitato a incorporare, nel selciato davanti alle abitazioni delle vittime di deportazioni, blocchetti in pietra ricoperti da una piastra di ottone che riporta il nome della vittima, la data di nascita, il luogo e la data della morte.





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