martedì 25 settembre 2012
​I due uomini, di 26 e 28 anni, si trovavano nella capitale per essere sottoposti a cure mediche. Sono sospettati di essere legati a formazioni armate di matrice salafita.
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Due sospetti terroristi libici, che si trovavano a Roma, sono stati espulsi dall'Italia. I due uomini, di 26 e 28 anni, sono sospettati di essere jhadisti, legati alle formazioni armate di matrice salafita che operano in Libia. Entrambi erano giunti in Italia da alcuni mesi per essere sottoposti a cure perchè feriti durante il conflitto in Libia ed erano ospitati in alberghi della Capitale. Il provvedimento è stato preso dal ministro dell' Interno, Rosanna Cancellieri, al termine delle indagini che sono state svolte dalla Direzione centrale Polizia di prevenzione, la Digos, diretta da Lamberto Giannini, e la Procura di Roma. L' attenzione sui due uomini è stata focalizzata perchè segnalati dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione per «la radicalità dei comportamenti» e l'atteggiamento particolarmente aggressivo, soprattutto nei confronti di propri connazionali. È stata quindi intrapresa una attenta attività investigativa da parte della Digos, coordinata dal Procuratore Aggiunto Giancarlo Capaldo, Coordinatore del pool Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma. Secondo gli inquirenti romani i due presunti jihadisti fermati «avevano cominciato attività di proselitismo e propaganda al jihad nella comunità libica, per reperire materiale per commettere attentati contro interessi occidentali».A insospettire gli investigatori sono stati «i comportamenti dei due libici in concomitanza con le proteste nel mondo arabo per la diffusione del noto filmato blasfemo ed, in particolare, dopo i fatti di Bengasi, con l'assalto al consolato degli Stati Uniti, con la morte dell'Ambasciatore Stevens».Per giorni, i due, sono stati seguiti dagli operatori della Sezione Antiterrorismo della Digos, che ne hanno monitorato gli spostamenti. Giovedì e sabato scorsi sono stati arrestati. Gli stranieri sono stati perquisiti dalla Digos e attualmente è al vaglio del materiale informatico trovato loro. Gli stranieri sono stati immediatamente accompagnati all'Ufficio Immigrazione della Questura che ha notificato il provvedimento di espulsione emesso dal Ministro ed ha organizzato l'accompagnamento in Libia, già eseguito.
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