mercoledì 27 luglio 2022
Bonifiche ci sono state, ma i siti a maggior rischio sono Fonte Appia, Magliana, Tiburtino e Casilino e gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino. E per esempio l'8% delle scuole contiene amianto
L'emergenza amianto non è finita. Restano ancora molti siti da bonificare

L'emergenza amianto non è finita. Restano ancora molti siti da bonificare - Fotogramma, immagine d'archivio

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“Roma, come tante città d’Italia, paga caro il prezzo del fenomeno amianto con 882 casi di mesotelioma registrati dal 2001 al 2015, con un’ulteriore incidenza di 411 casi fino al dicembre 2021, per un totale di 1.300 casi (circa 60 per ogni anno e indice di mortalità del 93% entro i 5 anni)”, spiega il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona), Ezio Bonanni all’incontro in Campidoglio su “Amianto, ambiente, salute: per Roma Capitale d’Europa”.

Numeri, per altro, che sono la punta dell’iceberg, in visto che l’Ona (operativa nella Capitale con il suo sportello amianto con il servizio di assistenza tecnica, medica e di tutela legale), sulla base delle segnalazioni ricevute, e delle attività svolte dai volontari sul territorio, può tracciare un quadro completo dell’epidemia delle malattie di amianto negli ultimi vent’anni pari a circa 2.500 casi di tumore del polmone (circa 125 casi su base annua – indice di mortalità dell’88%), una incidenza ulteriore di circa 1.200 casi di asbestosi (circa 60 casi e indice di mortalità del 30% entro i 5 anni, con degenerazione in tumore del polmone, ovvero mesotelioma nel 33% dei casi), tumori delle altre vie aeree e gastrointestinali (circa 1.000 casi, compresi quelli di colangiocarcinoma).

“Il nostro Paese ha già fatto molto: occorre però ancora uno sforzo, sulle attività di bonifica, per esempio, delle nostre condotte idriche -­ dice Andrea Costa, sottosegretario alla Salute ­-. In Italia gran parte sono ancora costruite in amianto, molte necessitano di manutenzione e quindi si pone anche il problema per gli operai di entrare in contatto con l’amianto per le opere di riparazione e conservazione”.

Sebbene negli anni molti siti contaminati siano stati bonificati, “a Roma ­– rileva l’Ona - su 2.338 istituti scolastici ne sono stati verificati 1.148 e nell’8%, cioè 95 scuole, vi è presenza di amianto”. Nelle provincia, su 3.812 istituti scolastici, 263 sono risultati contenenti amianto (6,8%). E nel Lazio, su 5.896 edifici scolastici verificati, 291 contengono amianto, il 4,9%.

I siti a maggior rischio in città sono quelli della Fonte Appia, delle diverse strutture industriali, nella zona Magliana, ed est di Roma, tra cui Tiburtino e Casilino e gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, per l’elevato utilizzo di amianto negli aeromobili.

Ma del resto è l’intero Paese a essere molto indietro: sono nelle scuole sono esposti al rischio amianto più di 352mila alunni e 50mila persone del personale docente e non docente, ma anche 1.000 biblioteche ed edifici culturali e 250 ospedali. Mentre nella nostra rete idrica c’è amianto in 300mila chilometri di tubature sui 500mila totali.

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