sabato 29 settembre 2012
​Il vescovo di Aversa Angelo Spinillo scrive al presidente del Parlamento europeo Schulz. E i nuovi dati confermano: tumori in aumento nella "terra dei fuochi". VAI AL DOSSIER >>
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Sono tanti gli studi che attestano il nesso tra lo sversamento illegale di rifiuti, la diossina dei roghi tossici e l’aumento di tumori e malformazioni nelle popolazioni delle province di Napoli e di Caserta. I dati dell’Istituto per i tumori Pascale di Napoli descrivono un aumento della mortalità per tumore del 40% in alcuni Comuni del Napoletano-Casertano, la ricerca di Antonio Giordano dimostra l’incremento di tumori alla mammella in età pre-screening nonché un’altra serie di danni che portano il ricercatore a parlare di "dna colabrodo" per chi vive nelle province di Napoli e Caserta. A questi studi ora si aggiunge l’ufficialità delle cifre riportate nel volume "Numeri del cancro in Italia 2012" a cura dell’Associazione italiana di oncologia medica e dell’Associazione italiana registri tumori e presentato qualche giorno fa al Ministero della Salute. Il dato per la Campania è allarmante: 30mila nuovi casi di tumore in un anno, con un costo esorbitante per il sistema sanitario nazionale che raggiunge gli 11miliardi di euro all’anno.Il vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, una delle aree più colpite, raccogliendo i timori e l’appello disperato di tanta gente, ha scritto una lettera al presidente del Parlamento europeo Martin Schulz per sottoporgli «il disastro ambientale e umanitario», che vive la sua terra. Per il vescovo è un «dramma angosciante» la presenza di rifiuti tossici industriali «abbandonati in spazi destinati alla vita pubblica o al lavoro agricolo, che vengono poi bruciati e interrati nelle nostre campagne come nelle periferie delle città». Si vive circondati da «altissimi roghi di tonnellate di pneumatici, pellami e stracci intrisi di sostanze liquide mortalmente tossici, bruciano di giorno e di notte rendendo l’aria tossica e irrespirabile. La campagna geme. La gente scappa via o si rintana in casa per non inalare il veleno sprigionato. Il popolo è allo stremo. Sfiduciato, stanco, depresso». Ed elenca gli effetti del disastro: «Sono aumentate a dismisura le malattie come il diabete, infertilità maschile e soprattutto vari tipi di tumore. In questa striscia di terra, con una popolazione tra le più giovani d’Italia, si muore più che altrove». Il vescovo individua le responsabilità: «La camorra permette e sostiene questo scempio per i suoi interessi economici. In questo modo infatti sono smaltiti illegalmente e a poco presso i rifiuti di tante aziende del Nord e del Sud Italia», mentre le amministrazioni locali «da anni non riescono, e lo confessano pubblicamente, a risolvere questo dramma assurdo e dolorosissimo per mancanza di fondi, di personale, di mezzi». È una trappola da cui «non sappiamo liberarci. Gli interessi sono tanti. C’è purtroppo gente collusa e corrotta o forse solamente timorosa e pigra. Noi vogliamo - conclude il vescovo - che la nostra gente possa vivere in serenità e godere degli stessi diritti degli altri cittadini europei».  Occorrerebbe un serio programma di bonifiche ambientali, ma in Campania nessuna bonifica è mai stata completata. «La nostra regione è ricettacolo di rifiuti tossici provenienti dal Nord, sotterrati e nascosti nelle nostre terre - accusa Angelo Pisani, presidente campano di NoiConsumatori. - Anni e anni di malapolitica, di malavita organizzata che, anche grazie all’incapacità e alla negligenza amministrativa e politica delle istituzioni nazionali e locali, ha messo le mani sull’affare rifiuti e sulla catena alimentare, hanno rovinato la salute di migliaia di persone condannandole a sofferenze e morte».
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