lunedì 6 dicembre 2010
Dieci misure cautelari, di cui quattro in carcere, sono state emesse dalla Procura di Larino nell'ambito di un'inchiesta sullo smaltimento di rifiuti nel depuratore dell'ente consortile. Tra gli arrestati Antonio Del Torto, presidente del Cosib, il consorzio industriale Valle del Biferno. Tra i 18 indagati anche il presidente della Regione Molise, Michele Iorio per la nomina di Del Torto.
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Dieci misure cautelari, di cui quattro in carcere, sono state emesse dalla Procura di Larino nell'ambito di un'inchiesta sullo smaltimento di rifiuti nel depuratore dell'ente consortile. Tra gli arrestati Antonio Del Torto, presidente del Cosib, il consorzio industriale Valle del Biferno. Tra i 18 indagati c'è anche il presidente della Regione Molise, Michele Iorio per la nomina di Del Torto. Le indagini del Noe, cominciate nel 2007, sono andate avanti per due anni. Per gli inquirenti, protagonista delle illegalità sarebbe Antonio Del Torto, presidente del Cosib e titolare della società Inside Srl di Termoli. Avrebbe agito insieme con collaboratori, col responsabile tecnico dell'impianto di depurazione di acque reflue Coniv Spa di Montenero di Bisaccia (Campobasso) e con dirigenti e funzionari pubblici, con il concorso di chimici liberi professionisti compiacenti.Un capitolo investigativo riguarda la nomina, da parte di Iorio, di Del Torto, presidente Cosib, a commissario straordinario dello stesso ente. Una nomina - sostiene la Procura - che «avrebbe estromesso dal governo del Consorzio gli organi ordinari, concentrando tutti i poteri nel presidente/commissario», il quale, «senza alcuna forma di controllo interno, avrebbe realizzato condotte delittuose come quelle riguardanti la vicenda dello scarico dei rifiuti direttamente a mare».Questa - sempre secondo la Procura - la dinamica della gestione illecita dei rifiuti prodotti dall'impianto Coniv. I residui, fanghi derivanti dal trattamento chimico-fisico, erano invece qualificati, in maniera fraudolenta, come fanghi prodotti dal trattamento di acque reflue urbane e quindi smaltiti con operazioni di spandimento su oltre 200 ettari di terreno gestiti da aziende agricole del Basso Molise, violando quindi la normativa che vieta di spandere su terreni agricoli fanghi provenienti da impianti che accettano, oltre ad acque reflue, anche rifiuti liquidi speciali contenenti sostanze pericolose. Inoltre, alcune particelle fondiarie dove era autorizzato lo smaltimento dei fanghi sono soggette a rischio di inondazione naturale dal fiume Biferno. Secondo gli inquirenti, con atti falsi e la corruzione di un funzionario della Provincia di Campobasso sarebbe stata trasformata l'originaria autorizzazione allo scarico dell'impianto di depurazione consortile in scarico «direttamente a mare»: in realtà lo scarico, a quattro chilometri dal mare, avviene all'interno di un canale che si immette in un altro canale. Si tratta di condotte contraddistinte da «classico habitat fluviale», con fauna e flora fluviale.Il risultato era che le persone coinvolte potevano lucrare sul risparmio nelle operazioni di trattamento dei reflui e sull'aumento di quantità e qualità dei rifiuti da trattare, per poter poi ottenere nuove autorizzazioni regionali necessarie per aumentare ancora quantità e qualità dei rifiuti da trattare presso l'impianto di depurazione del Cosib, rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi allo stato liquido conferiti anche da società esterne al Molise.
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