martedì 15 settembre 2015
«Flessibilità, avremo 17 miliardi ma non li usiamo tutti». Stop sulle pensioni
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La legge di stabilità 2016 si allarga a 27 miliardi di euro dai 25 stimati solo pochi giorni fa, mentre il governo si appresta a rivedere dal +0,7% al + 0,9% la crescita del Pil nel 2015 nella Nota di aggiornamento al Def che sarà ultimata venerdì prossimo. Un rialzo ormai scontato dopo gli ultimi dati sulla ripresa certificati dall’Istat. «Non sforeremo i conti» e «nessuna tassa sarà alzata», ha assicurato il premier Matteo Renzi ieri sera in un’intervista televisiva rilasciata al termine di una lunga riunione con il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, dedicata all’aggiornamento del quadro macroecomico e alla manovra di bilancio in arrivo. Un argomento del quale il capo del governo ha parlato ieri anche con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso di una colazione di lavoro. Sui contenuti della manovra ha anticipato qualcosa Padoan: non ci sarà la maggiore flessibilità nell’età pensionabile, mentre per il Sud è in arrivo «un impulso agli investimenti pubblici», soprattutto nelle infrastrutture. Torna poi a farsi concreto un intervento sulla Sanità, nell’ambito dell’operazione di spending review dalla quale il governo punta a ricavare una decina di miliardi. «Male che vada in Stabilità ci saranno le stesse cifre di quest’anno», ha detto Renzi: una frase che potrebbe preludere al mancato incremento del Fondo sanitario (previsto finora per oltre 3 miliardi nel 2016). Mentre Padoan ha rilevato a sua volta che nel settore «si può spendere di meno e meglio». E ancora nulla di deciso resta pure sul possibile anticipo del taglio dell’Ires per il Sud: «Ci sono molte misure alternative all’Ires per il sostegno alle imprese, le risorse sono limitate», ha spiegato Padoan. Parlando in tv il presidente del Consiglio ha ribadito «non ci sarà nessuno sforamento sui conti», e che l’Italia «userà, non del tutto, le clausole di flessibilità» previste della Ue ma «senza violare i vincoli europei» e ha assicurato che «dal prossimo anno scenderà il debito». Il Def dello scorso aprile già indicava peraltro una riduzione dell’indebitamento dell’1,6% in rapporto al Pil e si tratterà ora di vedere se l’obiettivo sarà confermato. Sul deficit Renzi è tornato a parlare di un margine di flessibilità di 17 miliardi di euro al quale l’Italia avrebbe diritto e che però sarà utilizzato, solo in parte. Un’affermazione finita nel mirino del capogruppo di Fi Renato Brunetta secondo il quale i 17 miliardi sono una «pura invenzione». Su tempi meno immediati il capo del governo ha annunciato invece l’introduzione di una nuova imposta sui ricavi delle aziende del web: «Dopo aver aspettato per due anni una legge europea, dal gennaio 2017 immaginiamo una digital tax per far pagare le tasse nei luoghi in cui sono fatti transazioni e accordi». In pratica, una nuova versione della Google tax. Nell’intervista televisiva Renzi ha replicato infine alle critiche sul suo volo a New York per la finale tutta italiana degli Us Open di tennis. Chi fa queste polemiche è «populista», ha detto, piuttosto «si guardi ai tagli di spesa che stiamo facendo a Palazzo Chigi». Secondo il premier «il modo serio» per affrontare la questione è che «uno non diventa politico di professione, dopo un po’ se ne va». «Io farò al massimo due mandati, se la prossima volta sarò eletto sarà l’ultima», ha ripetuto, pur confermando l’intenzione di restare ora anche segretario del Pd.
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