sabato 23 agosto 2014
​Il premier intervistato da «Tempi»: togliere il paese ai soliti noti che vanno nei salotti buoni. «Confermati» gli 80 euro. E sulla scuola: vi stupirò.
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Basta con la logica del piagnisteo e basta con le grandi scelte fatte dai soliti che frequentano i salotti buoni. Matteo Renzi, intervistato dal settimanale Tempi, si dice "molto soddisfatto che prima della pausa estiva siamo riusciti ad approvare il nuovo Senato e il decreto sulla Pubblica amministrazione che è l'inizio di un cambio di prospettiva per un Stato che stia accanto e non contro i cittadini". Il presidente del Consiglio sottolinea quanto fatto dal suo esecutivo che ha cominciato "a rispondere alle difficoltà economiche delle famiglie" e a fornire risposte a chi ha difficoltà ("col decreto sul lavoro abbiamo salvato migliaia di posti a rischio"). Renzi risponde alle critiche sugli 80 euro: "Vedo che ancora c'è chi ritiene che gli 80 euro mensili e per sempre a 11 milioni di persone non siano utili. Così come chi dice che tagliare l'Irap del 10 per cento alle imprese è troppo poco. Il solito vizio italiano. Certo, si può sempre fare di più, ma noi siamo i primi ad aver fatto il più imponente taglio strutturale delle tasse e la più grande operazione di redistribuzione della ricchezza da decenni e che sarà confermata anche nei prossimi anni. E spero allargata". Secondo Renzi occorre "passare dalla logica del piagnisteo a quella della proposta. E toglierebbe il paese dalle mani dei soliti noti, quelli che vanno in tutti i salotti buoni a concludere gli affari di un capitalismo di relazione ormai trito e ritrito. Questa è la rivoluzione culturale che serve all'Italia: spalancare le finestre e fare entrare aria nuova"."Sulla scuola stiamo lavorando, e seriamente, con il ministro Giannini e con la sua squadra. E il 29 agosto vi stupiro: presenteremo una riforma complessiva che, a differenza di altre occasioni, intende andare in direzione dei ragazzi, delle famiglie e del personale docente che è la negletta spina dorsale del nostro sistema educativo". "Che non è affatto vero sia un problema, ma un asset strategico del nostro Paese, che va valorizzato e messo in sicurezza. In ogni caso - aggiunge Renzi rispondendola alle domande del direttore Luigi Amicone - la sfida educativa è la mia priorità. Tra dieci anni l'Italia non sarà come l'avranno fatta i funzionari degli uffici studi delle banche o i politici di Montecitorio; l'Italia sarà come l'avranno fatta le maestre, i maestri, gli insegnanti".
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