venerdì 25 ottobre 2019
Spunta un'altra versione sull'omicidio di Luca Sacchi: il giovane e la fidanzata volevano acquistare una dose, poi la tragedia. La ragazza smentisce: "La droga non c'entra". Polemica politica
Luca Sacchi in una foto tratta dal suo profilo Facebook (via Ansa)

Luca Sacchi in una foto tratta dal suo profilo Facebook (via Ansa)

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Ci sono due sospettati per l'omicidio del ragazzo che aveva difeso la fidanzata da uno scippo. Si tratti di due romani, uno dei quali con precedenti penali per droga e l'altro per percosse, che sono stati catturati stanotte nei loro nascondigli; uno in particolare si trovava in un residence e l'altro in casa di conoscenti Valerio Del Grosso e Paolo Pirino, entrambi ventunenni residenti nel quartiere San Basilio. Una prima ricostruzione modifica sostanzialmente lo svolgimento dei fatti: Luca Sacchi e la ragazza volevano acquistare droga ma poi la trattativa sarebbe degenerata perché i due sospettati, notando che nello zainetto della donna c'erano parecchi soldi, sono tornati con una pistola per rapinarla; e alla reazione di Luca hanno sparato in testa al giovane. Ma la ragazza nega questioni di droga: "No, noi eravamo lì per guardare il fratellino più piccolo che stava dentro al pub. Luca ha tentato di proteggermi, se invece si fosse nascosto magari non sarebbe successo nulla, ma io ero a terra, avevo preso una botta in testa. Mi ha voluto proteggere".

Il fatto: difende la fidanzata da una rapina, ucciso 24enne a Roma

Non è ancora chiaro dunque cosa ci sia dietro alla rapina che l'altra notte, all'incrocio tra via Teodoro Mommsen e via Bartoloni, vicino al parco della Caffarella, ha procurato la morte a un giovane di 24 anni. Alle 23.30 di mercoledì Luca Sacchi, personal trainer, era all'esterno di un pub con la sua ragazza, Anastasia, baby sitter di un anno più giovane, quando la coppia ha subito un'aggressione: due uomini hanno colpito alla nuca la giovane per strapparle lo zainetto, Luca ha cercato di reagire ma uno dei due gli ha sparato alla testa e poi insieme al complice è scappato a piedi. Portato all'ospedale San Giovanni, il ferito è stato operato ma è deceduto qualche ora dopo. La famiglia ha acconsentito alla donazione degli organi.

Questa mattina le novità

I due giovani sono stati interrogati a lungo in questura dai carabinieri del Nucleo Investigativo titolari dell'indagine, che alla fine hanno loro notificato il fermo per concorso in omicidio e rapina. E' dunque trapelato il possibile movente della rapina, definita "anomala" dagli inquirenti: Luca e Anastasia volevano acquistare droga e per questo si sarebbero avvicinati ai due sospettati mostrando loro il denaro. I due presunti responsabili si sarebbero poi allontanati fingendo di andare a prendere la droga per ripresentarsi invece armati di pistola e tentare di rubare lo zainetto della giovane; a quel punto, sempre secondo la prima ricostruzione degli investigatori, Luca avrebbe reagito. Le indagini proseguono, in particolare per ritrovare l'arma del delitto.

Gli inquirenti hanno anche ritrovata, gettata in un prato, la mazza usata per aggredire Luca Sacchi e la sua fidanzata. "Il mio assistito si è avvalso della facoltà di non rispondere ma intende chiarire, appena possibile, la sua posizione - afferma l'avvocato Alessandro Marcucci, legale di Valerio Del Grosso, il giovane di 21 anni accusato di aver ucciso Luca Sacchi. - È molto provato da una tragedia che colpisce più persone, in primis quella di Luca Sacchi. Non riusciamo ad immaginare il dolore che stanno provando". "Ho avuto modo di parlare con lui per pochi minuti questa notte - spiega il legale -. Il mio cliente, da quanto so, non ha precedenti penali gravi. Lavorava come pasticcere. Questa vicenda rappresenta un fulmine a ciel sereno". Tra l'altro Del Grosso è anche padre di un bambino di pochi mesi.

Tatuaggi, armi, Scarface, lo sguardo di sfida

Il profilo Facebook di Paolo Pirino, l'altro giovane fermato per la morte di Luca Sacchi, è un inno alla filosofia del 'gangsta' di periferia in chiave Gomorra. La foto che campeggia sulla pagina è di tre incappucciati armati e ancora più giù foto di uomini con mitra e pistole. Ed è una pistola spianata quella che Pirino ha tatuata sul petto assieme all'immagine di tre donne. Tatuaggi che Pirino sfoggia in più foto, come quello sulla mano sinistra, l'anno di nascita - 1998- e l'effigie della Madonna. Poi tanti post con canzoni neomelodiche e frasi ad effetto e foto che ritraggono Pirino in atteggiamenti da duro, jeans strappati e giubbotti di pelle.

Organi donati. E la famiglia smentisce l'uso di droga

La famiglia di Luca Sacchi smentisce le voci secondo cui il ragazzo ucciso a Roma potesse fare uso di droga. "Prima di donare gli organi, come è stato scelto dalla famiglia - spiega il legale Domenico Pavone -l'ospedale ha effettuato tutti gli accertamenti clinici e tossicologici, che hanno dato esito negati e dunque si è proceduto all'espianto".

"Luca era un atleta, naturista e salutista - aggiunge il legale per voce dei genitori del ragazzo - e non usava nulla che potesse danneggiare il suo equilibrio sia nell'animo che nel corpo". La famiglia, per il tramite del legale precisa anche che Luca non conosceva i due fermati nè aveva mai avuto contatti con loro.

Salvini attacca: colpa del governo. Dati Istat lo smentiscono

"Oggi, commosso e addolorato, prego per Luca e sono vicino alla sua famiglia. Ma sono anche incredulo e sdegnato perché è inconcepibile quello che è accaduto. Da ex ministro dell'Interno fa ancora più male vedere tutta l'insicurezza della Capitale governata dai 5stelle e i tagli disastrosi che Renzi, Conte e Zingaretti fanno al fondo per le forze dell'ordine". Così il leader della Lega Matteo Salvini sulla morte di Luca Sacchi.

Tra i primi a replicargli, con molta durezza, il premier Conte: "Se qualcuno si permette di fare speculazione in campagna elettorale su un episodio del genere, io lo trovo miserabile".

Ma i dati Istat smentiscono le accuse del leader della Lega. Eco i numeri degli omicidi negli ultimi anni: 27 nel 2013, 35 nel 2014, 20 nel 2015, 17 nel 2016, 14 nel 2017 e 10 nel 2018. Un trend simile a quello registrato a Milano, Palermo e Torino. Nulla a che vedere con gli 'anni di piombo' che Roma ha vissuto realmente tra gli anni Settanta e Ottanta, quando le vittime a colpi di arma da fuoco - tra terrorismo, violenza politica e criminalità organizzata - erano quasi all'ordine del giorno.

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