sabato 9 maggio 2015
Compagni di scuola e docenti sconvolti per l'omicidio del 19enne Gianluca Monni. Si indaga sul movente: il giovane di recente aveva difeso la fidanzata da un gruppo di bulli.
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Centinaia di ragazzi hanno voluto rendere omaggio questa mattina a Gianluca Monni, il 19enne brutalmente uccisoieri a Orune mentre aspettava il bus per andare a scuola, invadendo il cortile dell'Istituto Professionale Alessandro Volta di Nuoro, dove il giovane frequentava il quinto anno. Un'invasione pacifica e commossa anche per dire no alla violenza. I suoi compagni hanno letto tra i singhiozzi alcunelettere di sofferenza e rabbia. "Un evento tragico ci ha catapultato ieri in in momento che mai avremmo immaginato diconoscere - ha detto una studentessa - perché non concepiamo lamorte a 19 anni. Oggi possiamo solo piangere perché nei corridoidella nostra scuola non vedremo più il sorriso radioso di Gianluca".Subito dopo ha parlato una docente compaesana del giovane ucciso: "Ieri mattina sono arrivata in classe e i ragazzi mi guardavano, volevano sapere qualcosa da me, ma io non riuscivo a guardarli negli occhi. L'aula era avvolta da un cupo silenzio". Poi, tra le lacrime, le sue parole toccanti per un paese come Orune attraversato da decenni da una lunga scia di sangue: "Perché Orune, perché non cambi? Non ho più la forza di difenderti. Ogni volta mi sono illusa che il cambiamento potesse avvenire e ogni volta mi sono ricreduta". "Io e Gianluca - haricordato ancora - parlavamo in sardo con la lingua del cuore ed è con la lingua del cuore che lo voglio salutare oggi: "vae in bonora cor'e izzu".   La preside della scuola, Innocenza Giannasi, tutti gli insegnanti e il personale Ata della scuola hanno ribadito un fermo no alla violenza. "Noi sosteniamo la cultura, la civiltà e l'amore. Siamo per il progresso dell'individuo. Azioni di questo genere segnano la sconfitta dell'uomo" hanno detto. Presente anche il dirigente scolastico provinciale Mario Delrio e vari dirigenti scolastici delle scuole di Nuoro.Al suono della campanella alle 8.30 un minuto di silenzio per Gianluca, poi tutti insieme all'ospedale San Francesco alla camera ardente a rendere omaggio alla salma del giovane ucciso e dare le condoglianze alla famiglia. I funerali si svolgeranno alle 16 nella chiesa parrocchiale di Orune.Le indaginiTre colpi di fucile calibro 12, uno al volto e due al fianco sinistro. L'autopsia sul corpo di Gianluca ha confermato la dinamica del delitto, avvalorata sin dalle prime ore dai carabinieri. Un omicidio premeditato, secondo gli investigatori, i sicari conoscevano bene le abitudini diGianluca. Sono entrati in azione alle 7.30 quando la giovane vittima attendeva il bus che lo avrebbe portato a scuola. Un'azione fulminea, praticamente un'esecuzione.  Sono decine i giovani che tra ieri e oggi sono stati sentiti dai militari. Gli interrogatori che sono andati avanti fino alla mezzanotte e sono ricominciati all'alba stamattina. Dalle prime testimonianze è emerso che i killer sono stati due, entrambi con il viso coperto, ma solo uno avrebbe sparato, poi sono fuggiti a bordo di un'auto. Le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Bitti e dal Reparto Operativo del Comando provinciale di Nuoro, si sono rivelate sin dal primo momento difficili: Gianluca Monni non aveva nulla a che fare con gli ambiente del malaffare, neanche la sua famiglia è mai statocoinvolta in fatti di sangue. Emergono però altri particolari: oltre alla lite avuta mesi fa con alcuni bulli del paese per difendere la sua fidanzata, il ragazzo avrebbe avuto in passato anche altri alterchi con alcuni ragazzi del paese.  Ma c'è un'altra pista che si sta diffondendo nelle ultime ore: quella di un legame tra l'omicidio di ieri e la sparizione, il giorno prima, di Stefano Masala, giovane di Nule, un paese vicino a Orune. Pista che però non viene avvalorata dagli inquirenti e che viene letta come una strana coincidenza, ma senza nessun legame tra i due fatti.Comunità sotto chocL’uccisione di Gianluca ha sconvolto l’intera comunità. Studente modello, mai una bocciatura, Gianluca Monni era attivo nella scuola anche come rappresentante degli studenti nel Consiglio di Istituto e aveva buoni voti. Insomma un ragazzo tranquillo, il padre proprietario di un mangimificio e la madre al lavoro nell’ospedale di Nuoro, mentre il fratello studia anche lui. Insomma, il classico bravo ragazzo di una famiglia da sempre al di fuori delle vicende dolorose che pure hanno interessato per anni questo paese.La notizia ha gettato nello sconforto l’intero istituto nuorese. Per il sindaco di Orune, Michele Deserra, il delitto del giovane è un fatto sconvolgente, in un paese di frontiera che sembrava stesse dimenticando certi drammi. Una comunità, quella orunese, che nel passato era stata spesso alla ribalta delle cronache per una faida che si è consumata per anni, con diversi morti. Da tempo però la situazione sembrava normalizzata, a parte qualche piccolo episodio legato a dissidi tra giovani: il più delle volte la cosa veniva risolta con una scazzottata, mentre in questo caso la differenza l’ha fatta un’arma usata in pieno giorno, di fronte ad alcuni ragazzi. Ed è questa la preoccupazione del primo cittadino, la facilità con la quale in queste zone ci si procura le armi.Orune, così come altri centri delle zone interne, sconta forse l’abbandono a se stesso che una certa politica sta portando avanti. Anche i vescovi sardi nel mese di marzo avevano denunciato in un documento le politiche di abbandono dei piccoli centri e delle zone interne, dove con la riduzione dei servizi pubblici sembrano venir meno anche prospettive, con i primi cittadini lasciati soli.

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