sabato 8 aprile 2017
La giovane ha trovato il coraggio di denunciare i genitori: avrebbe dovuto sposare un 25enne e smettere di andare a scuola. Adesso si trova in una comunità
Ragazza egiziana promessa sposa a 15anni allontanata dalla famiglia
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Promessa sposa a un 25enne sconosciuto, una 15enne di Torino di origine egiziana si è rivolta alla polizia ed è stata allontanata dalla famiglia, su disposizione del Tribunale dei minori, e affidata a una comunità. Nei giorni scorsi la studentessa torinese Rashida (nome di fantasia) di origini egiziane ha telefonato al Servizio 114 Emergenza Infanzia per segnalare che i parenti la volevano dare in sposa contro la sua volontà ad un adulto sconosciuto e venticinquenne. Questa comunicazione, tramite l'ufficio Minori della divisione polizia anticrimine della Questura, è stata affidata al commissariato 'Barriera Milano' che si è attivato contattando la scuola superiore dove la ragazzina frequenta il primo anno. I poliziotti, tra cui la dirigente, hanno ascoltato la minorenne che, alla presenza del preside, ha raccontato la sua storia. La giovane era stata promessa sposa: a casa sua tutto era già pronto per la cerimonia di fidanzamento che si sarebbe svolta di lì a tre giorni, la domenica seguente, compreso il banchetto nuziale e il vestito rosso acquistato direttamente dal promesso sposo.

La ragazzina in lacrime ha riferito alla polizia di essersi fatta un taglio ai polsi per manifestare il proprio dissenso e che avrebbe ripetuto questo gesto se l'avessero obbligata a fidanzarsi contro la sua volontà. La 15enne ha fatto anche sapere che la madre le aveva detto che non sarebbe più andata a scuola, perché ad una moglie l'istruzione non serve perché è il marito che deve badare a lei e che l'avrebbe mandata in Egitto dalla futura suocera così non avrebbe più potuto ribellarsi. Vista l'imminente scadenza e il fatto che la giovane era sempre accompagnata dai parenti, non potendo uscire di casa da sola, i poliziotti si sono attivati, in accordo con il Tribunale dei minorenni, e hanno individuato, tramite l'ufficio Minori del Comune di Torino, una comunità idonea dove ospitare la giovane.

A distanza di qualche giorno gli agenti del commissariato sono andati a trovare Rashida in comunità e hanno potuto verificare che la giovane - fa sapere la Questura torinese - era felice e serena ed aveva anche ripreso ad andare a scuola accompagnata dagli educatori in quella classe dove aveva trovato la sua salvezza nell'amichetta e compagna di scuola Sofia (nome di fantasia) che, raccolte le sue confidenze, è stata la sua salvezza prestandole il suo telefono e componendo il numero 114.

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