lunedì 13 aprile 2020
Negli Stati Uniti si è posto anche il problema delle affermazioni "pericolose" del presidente Trump. Stesso problema anche in altri Paesi. La necessità della verifica anche scientifica. L'esempio Rai
Un invito a restare a casa e ad ascoltare la radio. Però non tutte le emittenti informano in modo corretto

Un invito a restare a casa e ad ascoltare la radio. Però non tutte le emittenti informano in modo corretto - Pixabay / Gerd Altmann

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Non solo sui social. Fin dall’inizio del contagio sono circolate molte notizie false anche sulle emittenti radio. Quindi, parallelamente alla battaglia contro il coronavirus, si è aperto un altro fronte per contrastare le notizie false. Ci si è resi presto conto dei danni che può causare la disinformazione, favorendo il dilagare della pandemia, tanto che i media hanno alzato i controlli per contrastarle con più forza.

Abbiamo sotto gli occhi quello che è accaduto: lo stretto controllo della censura cinese ha generato un vuoto informativo che ha spinto gli altri paesi a sottovalutare il problema (oggi gli esperti mettono in discussione anche il numero di morti ufficiali in Cina). E quando i casi riscontrati in Europa si sono moltiplicati, la paura e la sete di notizie hanno favorito il diffondersi delle “bufale”.

In genere il loro ambito resta limitato ai social network e alle chat, ma con il coronavirus c’è chi ha mandato in onda programmi che davano credito a tesi strampalate, rafforzandole. Poi qualcuno è persino andato davvero in giro a bruciare i ripetitori telefonici 5G, accusati di aver creato l’epidemia.

Ma potevano creare confusione e disinformazione anche le conferenze stampa del presidente Trump, quando per diverso tempo ha cercato minimizzare l’impatto della pandemia. Cosa, anche questa, che può spalancare immense praterie al virus, come hanno sperimentato gli americani, che da aprile vantano il triste primato mondiale di ammalati. Purtroppo però un atteggiamento simile, di minimizzazione e ritardo nel prendere provvedimenti, lo abbiamo riscontrato in molte nazioni, dal Brasile all'India, dal Regno Unito alla Svezia. Così i media, riportando le dichiarazioni dei leader politici, hanno diffuso tra la popolazione una percezione errata di quanto stava e sta accadendo.

Per questo negli Stati Uniti una radio pubblica di Seattle dal 25 marzo ha sospeso le dirette delle conferenze stampa del presidente Trump. Non si tratta di una scelta politica, precisa la redazione dell'emittente KUOW, ma deontologica. Dopo due settimane di conferenze stampa in diretta ci si è resi conto che le affermazioni andavano preventivamente verificate (compito arduo con i tempi della diretta) per non diffondere informazioni false o fuorvianti. Tra gli esempi citati, l’affermazione del 19 marzo: “Nessuno sapeva che ci sarebbe stata un’epidemia o una pandemia di queste proporzioni” (“Nobody knew there’d be a pandemic or an epidemic of this proportion,”) nonostante gli avvertimenti dei servizi segreti all’inizio dell’anno. E quella del 20 marzo: “Stai vedendo pochissimi scaffali vuoti” (“You’re seeing very few empty shelves,”) mentre nei servizi televisivi si poteva constatare che i negozi avevano esaurito molti prodotti di prima necessità, compreso il sapone per le mani.

Questa radio, KUOW-FM, è di proprietà dell’Università di Washinghton e viene gestita da un'organizzazione no profit. Trasmette su 94.9 da Seattle con 100 kW, potenza che le consente di coprire un’ampia zona. È affiliata al circuito di radio pubbliche NPR (National Public Radio) che raggruppa circa mille emittenti no profit.

In Gran Bretagna, la Ofcom, l'autorità delle comunicazioni, ha imposto una rettifica a Uckfield FM per aver violato le regole del codice di radiodiffusione. L’emittente comunitaria, che trasmette su 105.0 MHz da Uckfiel, località a 80 km a sud di Londra nell’East Sussex, aveva diffuso il 28 febbraio 2020 informazioni potenzialmente dannose o infondate, come l’aver collegato lo scoppio dell’epidemia a Wuhan al lancio della tecnologia 5G, una delle tante fake che girano in rete. È un tema, tra l'altro sensibile geopoliticamente (l’UK ha avviato la sperimentazione con i cinesi, “tradendo” l’alleato americano), ma se la gente ci crede sono guai: a fine marzo nel paese diversi vandali hanno distrutto dei i ripetitori a Birmingham, Liverpool, Melling e Belfast, al grido “fuck 5G”.

In Italia Antonio Di Bella, direttore di RaiNews, è stato chiamato a dirigere un nuova struttura dell’emittente di stato specializzata nel contrastare le fake news. La Rai gli ha affidato dal 31 marzo la creazione di una nuova struttura per evitare che l’emittente di stato possa diffondere imprecisioni e notizie false. Verrà creato un comitato scientifico per valutare le informazioni che arrivano tumultuosamente nelle redazioni. Di Bella verrà coadiuvato da Gerardo D'Amico, che cura l’informazione scientifica di Rai News 24 e dedicherà una puntata settimanale del programma Tutta Salute alle false notizie scientifiche che circolano sul coronavirus. RaiNews produce contenuti informativi, tra i quali il canale all news Rainews 24, in onda sul canale 48 del digitale terrestre.

E lAgcom, autorità garante per le comunicazioni, ha potenziato il consueto monitoraggio mensile dei media, dedicando un report speciale al Coronavirus. Oltre alle fonti online è stato esaminato anche il tempo dedicato alle notizie sulla pandemia dalle reti radiotelevisive. Per contrastare la disinformazione, l’authority sta coinvolgendo centri di ricerca e istituzioni accademiche per creare una task force per svolgere indagini avanzate sul fenomeno. Interessante la pagina dedicata al Covid-19 CLICCA QUI

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