mercoledì 25 ottobre 2017
Provvediemtno su ordine del ministro dell'Interno. A Napoli arrestato un falsificatorte di documenti. Tra gli acuirenti, si ipotizza, anche aspiranti mujaheddin
Espulsi due islamici radicalizzati a Bari.
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Due cittadini, uno macedone ed uno albanese, sono stati espulsi per motivi di sicurezza nazionale. Si tratta, come informa il Viminale, di un cittadino 36enne macedone e di un cittadino albanese 27enne, residenti in provincia di Bari, monitorati nell’ambito di un’attività investigativa svolta dalla Digos di Bari per aver intrattenuto stretti rapporti via social con un internauta marocchino attestato su posizioni pro-stato islamico. A seguito di ulteriori e approfonditi accertamenti, sono stati documentati contatti anche con altri estremisti e predicatori radicali arrestati in Kosovo per reati di terrorismo. Entrambi i soggetti espulsi sono risultati avere, nella propria disponibilità , supporti informatici con contenuti di carattere anti-occidentale ed antisemita. Per questi motivi il cittadino macedone ed il cittadino albanese sono stati rimpatriati per motivi di sicurezza nazionale, con accompagnamento nel proprio paese, con un volo decollato dalla frontiera aerea di Bari. Con queste ultime sono 89 le espulsioni eseguite con accompagnamento nel proprio paese, nel corso del 2017 e 221 quelle eseguite dal 1° gennaio 2015 ad oggi, riguardanti soggetti gravitanti in ambienti dell’estremismo religioso.

E a Napoli un cittadino ghanese, Ali’ Mustafa’, 42 anni, è stato arrestato per produzione di documenti contraffatti per stranieri. L’uomo e’ stato individuato dalla polizia municipale partenopea in un appartamento di Vico Fondaco Vecchio nella zona centrale di Napoli, a ridosso di Porta Capuana, nel quale sono stati sequestrati circa 10 mila documenti da falsificare. Il
fascicolo e’ passato alla Procura antiterrorismo di Napoli. La notizia, riportata da alcuni quotidiani, viene confermata da fonti della polizia municipale. Mustafa, ma su questa identita’ non c’e’ certezza, si procurava ’clienti’ frequentando la moschea, e secondo quanto avrebbe riferito agli agenti, si faceva pagare 20 euro per ogni passaporto falsificato. Non si esclude che l'uomo fornisse servizi anche ai gruppi radicali.

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