mercoledì 26 settembre 2012
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​La polizia locale di Milano ha sgominato una banda di criminali che aveva ridotto in schiavitù un centinaio di persone, reclutate in Romania e portate a Milano per fare accattonaggio e compiere furti. L’indagine, coordinata dal pm della Dda Antonio Sangermano, e diretta dal comandante Tullio Mastrangelo, è stata portata avanti dagli agenti del Nucleo tutela donne e minori della polizia locale di Milano.Ieri mattina il blitz. Sono state liberate 32 delle vittime ridotte in schiavitù. E in seguito agli elementi raccolti nel corso dell’indagine sono stati emessi dal giudice per le indagini preliminari, Simone Luerti, 12 ordini di custodia cautelare per tratta e riduzione in schiavitù e associazione a delinquere. Reato aggravato dalla transnazionalità, dall’essere più di 10 persone e perché tra le vittime ci sono persone portatrici di handicap. Fatto questo che rende ancora più odiosi i reati contestati. L’operazione "Ade" (il mondo degli inferi), ha messo in evidenza brutalità, violenze e sevizie nei confronti di persone incapaci di difendersi.«Da circa un anno – ha spiegato Mastrangelo – avevamo iniziato a controllare alcuni mendicanti. Poi grazie all’attività investigativa (intercettazioni, riprese...) abbiamo accertato che questi erano costantemente seguiti e controllati dai propri aguzzini, alcuni nomadi segnalati nel campo/dormitorio in zona Bisceglie. Dalle indagini è emerso che il giro d’affari dell’organizzazione criminale era di qualche milione di euro l’anno».Le 32 vittime liberate dalla Polizia Locale di Milano sono state accolte dalla struttura di emergenza sociale della Protezione civile del Comune, che sta provvedendo a fornire la necessaria assistenza anche in collaborazione con i servizi sociali del Comune.«La polizia locale – ha sottolineato l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli – ha neutralizzato una banda che esercitava un crimine inumano. Da tempo sapevamo che dietro i mendicanti dei semafori e della metropolitana si nascondeva un racket importante. Era necessario permettere all’indagine di fare il suo corso per arrivare ai veri colpevoli e salvare le vittime dai propri aguzzini. Ora queste persone, tutte con forti disabilità, portate in Italia in modo coercitivo e che in molti casi non hanno un nucleo familiare in Romania che li possa accogliere, perché sono i loro parenti ad averle vendute al racket, saranno prese sotto la tutela dell’amministrazione».
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