martedì 25 febbraio 2020
Gismondo dell'ospedale Sacco dopo il suo post sui social - «Una follia, scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale» - è stata criticata dal virologo Burioni
La virologa del Sacco, Maria Rita Gismondo: troviamo più contagiati perché stiamo facendo test a tappeto, ma il virus circola già da tempo

La virologa del Sacco, Maria Rita Gismondo: troviamo più contagiati perché stiamo facendo test a tappeto, ma il virus circola già da tempo

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Maria Rita Gismondo è diventata il virologo più famoso del caso Coronavirus quando un suo post - «Una follia, scambiata un’infezione appena più seria di un’influenza per una pandemia letale» - è stato bersagliato dalle critiche di Roberto Burioni, virologo e soprattutto noto polemista dei social. Poco signorilmente, trattandosi di una collega, Burioni l’ha bollata come «una scemenza di dimensioni gigantesche».

Lei ha lasciato cadere: «Il mio lavoro non è curare un profilo facebook, ma la salute della gente». Il punto è esattamente questo: Gismondo nella sanità italiana era un personaggio centrale ben prima di questa polemica, perché da anni dirige la Macrobiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano, centro di riferimento nazionale per il Coronavirus, in pratica la prima linea. Nel suo reparto vengono analizzati i campioni dei casi sospetti; arrivano a migliaia, in queste ore. Ascoltata da Avvenire, non cambia parere: non è una pandemia. Il numero elevato degli infettati dipende dall’ampio screening. E, aggiunge, le vittime tra gli anziani potrebbero aumentare.

Quanto può reggere il Sistema Sanitario Nazionale se l’emergenza cresce in modo esponenziale?
L’Italia ed in particolare Regione Lombardia hanno preparato piani d’emergenza di diverso livello e sono sicura che ci saranno energie e competenze organizzative sufficienti per accompagnare con professionalità questo fenomeno al suo esaurimento.

Torniamo sulla nota polemica: questa è una 'pandemia'?
È corretto rispondere per i dati che si hanno al momento. Ad oggi non è una pandemia, proprio dal punto di vista semantico. Esistono schemi matematici che possono fare previsioni, ma il virus è un 'autonomo'. Ogni virus può mutare in qualsiasi momento.

Perché i medici sono divisi? Perché ognuno di noi interpreta i dati spesso in maniera diversa. Il confronto è importante e arricchisce la scienza.

Facciamo i conti: in termini di contagi e di vittime, cosa distingue quest’emergenza da una normale influenza?

Innanzitutto la distinzione è nelle possibilità preventive. Abbiamo i vaccini antinfluenzali ma non ancora per questo Coronavirus. In Italia, al momento, abbiamo decine di positivi al test (che non significa ammalati in gravi condizioni!) e si registrano alcune vittime, persone decedute con il Coronavirus, non per il Coronavirus. Soprattutto, pazienti anziani e con gravi malattie croniche. Il paragone con l’influenza è impensabile al momento. L’influenza contagia in Italia milioni di persone all’anno e provoca 7-8 mila morti indirette e circa 200-300 dirette. Il fenomeno è in divenire. Possiamo parlare solo di oggi. Attenzione a non confondere gli infetti (presenza del virus) con i malati.

È possibile che il bilancio di morti aumenti perché questo è un paese di vecchi?
Si, come accade per l’influenza e come abbiamo visto negli altri Paesi colpiti, gli anziani sono i più colpiti.

È vero che abbiamo più contagiati solo perché li cerchiamo?
Sono perfettamente d’accordo con Ilaria Capua. Troviamo quello che cerchiamo. Il virus sicuramente circola in Italia da qualche tempo. Avrà anche fatto qualche vittima che per i sintomi assolutamente comuni ad altre eziologie note, non sono state registrate, nè indagate come Covid-19. Se facciamo test a tappeto, riscontriamo un’alta percentuale di infettati. La maggior parte di loro è asintomatico o paucisintomatico. Se eseguissimo il tampone per il test specifico solamente nei sintomatici, la percentuale crollerebbe. È quello che succede in altri Paesi europei.


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