mercoledì 16 novembre 2016
Pubblicato il terzo Rapporto sulla protezione internazionale 2016. Nei primi dieci mesi le persone sbarcate in Italia sono state 159.432 (+13%). In calo le domande accolte.
Meno protezione per i rifugiati: crescono i morti
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Arrivi in aumento, approvazione delle domande di asilo in calo. Sono le due facce del pianeta delle migrazioni forzate. Nei primi dieci mesi del 2016 infatti le persone sbarcate in Italia sono stati 159.432, un dato che fa segnare un incremento del 13% rispetto al 2015. In flessione invece le risposte positive delle commissioni che vagliano le richieste di permesso di soggiorno per motivi umanitari: nel 2014 i «sì» erano il 60%, l’anno scorso sono scesi al 41,5%, un calo confermato nei primi sei mesi del 2016 con un 40,4% di domande accolte. Numeri importanti, ma gestibili, ribadisce il Viminale: alla fine dell’anno si potrebbe arrivare a 200 mila migranti, «un numero che se fosse supportato dagli 8 mila sindaci non creerebbe alcun problema sul territorio», ripete il capo del Dipartimento immigrazione Mario Morcone. Ma i due terzi dei Comuni rifiutano di accogliere anche piccoli numeri.


Il terzo Rapporto sulla protezione internazionale 2016 prende con precisione le misure del fenomeno dei migranti che arrivano in Italia rischiando la vita perché in patria rischiano la morte. A metterlo a punto Anci, Caritas Italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Servizio centrale dello Sprar in collaborazione con l’Altro commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). «Questo è un punto centrale per cercare di dare una soluzione strutturale a un fenomeno strutturale», sottolinea il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, intervenuto alla presentazione: «E quando tre regioni italiane chiedono sull’immigrazione lo stato di emergenza – ribadisce – vuol dire che ancora non si è ben compresa la strutturalità della vicenda. Una condizione che si supera solo con un importante cambiamento culturale».


I numeri del fenomeno? A livello globale sono 65,3 milioni i migranti forzati, che fuggono dai 35 conflitti in atto attualmente e da 17 scenari di crisi. Se nel 2005 scappavano dalle loro case 6 persone ogni minuto, nel 2014 erano schizzate a 30 al minuto, con una lieve flessione a 24 al minuto nel 2015. Vale la pena di ricordare che la maggior parte dei profughi non arriva nell’Ue: lo scorso anno il 98% dei rifugiati ha infatti optato per altri Paesi, su tutti la Turchia, con 2,5 milioni di persone, seguita dal Pakistan (1,6 milioni) e dal Libano (oltre 1,1 milioni).


In Italia dunque a fine ottobre erano 159.432 le persone sbarcate. Ben 19.429 di questi erano minori non accompagnati. Alla stessa data nel nostro Paese erano 171.938 le persone accolte: 133.727 nelle strutture temporanee, 14.015 nei centri di prima accoglienza, 1.225 negli hotspot e 22.971 nel circuito Sprar, il Servizio protezione richiedenti asilo rifugiati. L’Anci definisce «un importante passo avanti» l’attivazione della "clausola di salvaguardia" inserita nella direttiva di ottobre del Viminale, che esenta i comuni entrati nella rete Sprar, quella per l’accoglienza diffusa e capillare, dall’ospitare altre strutture di accoglienza.


Quanti sono i migranti forzati cui viene riconosciuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari? Nel 2015 sono state un milione e 393.350 domande di protezione internazionale nell’Ue: primeggia la Germania con 476.620 istanze presentate (il 36% del totale), seguono Ungheria (177.135), Svezia (162.550), Austria (88.180) e Italia (84.085). Questi 5 paesi raccolgono tutti insieme il 74,8% delle domande presentate in Ue. Ancora nel 2015 i principali paesi di origine sono stati Siria (4,9 milioni), Afghanistan (2,7 milioni), Somalia (1,1).


E a fronte di una media europea del 43% di domande accolte per una protezione internazionale, gli stati più "generosi" sono Bulgaria (90% di sì), Paesi Bassi (79%) Danimarca (75%). Al contrario i meno propensi sono Lettonia (solo 12,5% sì), Polonia (12,9%) e Ungheria (14%).

La Germania, primo paese per numero di domande, ha riconosciuto l’asilo al 43,2% dei casi , mentre l’Italia è leggermente sotto la media europea con un 41,5%. Nel 2015 le Commissioni territoriali hanno esaminato oltre 71 mila istanze: 3.555 sono state riconosciute valide per lo status di rifugiato, 10.225 per la protezione sussidiaria, 15.768 per permessi di soggiorno per motivi umanitari. Nella classifica delle prime dieci nazionalità dei richiedenti asilo ha più possibilità chi fugge da Afghanistan (95,2%), Ucraina (65,5%), Pakistan (44,3%), Costa d’avorio (41,7%). Più rifiuti ai cittadini di Bangladesh (72,7% di no), Senegal (66,4%), Ghana (65,8%), Nigeria (65,6%).

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