lunedì 29 agosto 2016
A Rieti il quartier generale delle operazioni. Dopo i primi soccorsi si passa alla fase di assistenza e di ricostruzione. Stop agli aiuti materiali.
La ricostruzione a ostacoli e la voglia di record (Paolo Viana)
Protezione civile, dal soccorso alla ricostruzione
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La macchina dei soccorsi e dell'assistenza ai terremotati del centro Italia sposta il suo quartier generale da Roma a Rieti, capoluogo della zona più straziata dal sisma con la città simbolo di Amatrice e i suoi oltre 200 morti. "Dopo 4 giorni di emergenza stiamo passando dal soccorso d'urgenza a una fase più assistenziale", annuncia il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio nell'insediare a Rieti, in una sede Inps accanto alla Questura, la Direzione comando e controllo (Dicomac). In pratica da stasera il controllo degli interventi si muove più vicino al teatro delle operazioni, per motivi pratici, ma anche simbolici. La struttura è affidata a Immacolata Postiglione, quarantenne direttrice dell'ufficio emergenze della Protezione Civile che ha già coordinato i soccorsi dal Comitato operativo a Roma. Per spiegare cosa vuol dire passare "a una fase più assistenziale", pur se quella dei soccorsi continua, Curcio fa l'esempio in conferenza stampa delle "attività ambulatoriali al posto dei posti medici avanzati" dei primi giorni post terremoto. E domani inizieranno i sopralluoghi nelle scuole danneggiate per valutarne l'agibilità. "La Dicomac non si sostituisce alle strutture locali - dice il capo della Protezione civile -, le coordina. Prenderemo delle decisioni che poi saranno attuate sul territorio". La Dicomac si articola in 13 cosiddette funzioni con altrettanti responsabili: tra queste, sanità e assistenza sociale, servizi essenziali, mobilità, comunicazioni , censimento danni. A disposizione i seimila operatori presenti sul campo nelle quattro regioni colpite dal sisma. Tra gli interventi più urgenti il censimento delle scuole agibili o meno, in vista della riapertura a settembre. "In tempi brevissimì, promette Curcio, sottolineando però che le perizie sugli edifici dovranno essere molto accurate. "Solo dopo potremo decidere le soluzioni alternative per gli istituti inagibili", aggiunge. Altro settore i trasporti, la viabilità, "sulla quale lavoriamo per ripristinare le condizioni", in un territorio in gran parte montuoso e quindi complesso. Il capo della Protezione civile, che ha ricevuto la visita del numero uno della Polizia Franco Gabrielli, suo predecessore e superiore, lancia un appello a non mandare più generi di prima necessità e beni primari, bensì a fare donazioni, con sms solidale al 45500 e altre linee di finanziamento. Curcio ribadisce poi le cifre delle vittime, 290 in mattinata, e degli sfollati assistiti, oltre 2500, e definisce "plausibile" la stima di dieci dispersi fornita dal sindaco di Amatrice. "Ma noi non diamo cifre sui dispersi - dice - è difficile quantificarli. Noi li cerchiamo". Ora da Rieti si passa in un'altra fase, in attesa che inizi la ricostruzione.
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